Se l'investitura di Mario Monti da parte dei vertici del Ppe riuniti giovedì scorso a Bruxelles spingesse davvero il premier a rompere gli indugi e a muovere il passo decisivo della sua discesa in campo – la politica non è solo governare, ma anche raccogliere il consenso – il sistema dei partiti della cosiddetta II Repubblica ne verrebbe completamente terremotato. Una sua candidatura a premier alla guida di una coalizione di centrodestra ispirata al popolarismo europeo, non sancirebbe solo la definitiva uscita di scena del Berlusconi leader, come è facile intuire, ma anche il superamento di una certa idea di centrodestra e di centrosinistra.
Porterebbe con sé, in sostanza, una "normalizzazione" in senso europeo – lungo l'asse Ppe-Pse – del nostro sistema politico. A confrontarsi per il governo del paese sarebbero la sezione italiana del Ppe da una parte e quella del Pse dall'altra, le due grandi famiglie politiche che si confrontano in tutti i maggiori paesi europei.
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Un esito inevitabile del fallimento dell'idea berlusconiana di centrodestra, tanto demonizzata dalla sinistra. L'anomalia Berlusconi si è portata con sé un'evoluzione "all'americana" del nostro sistema politico: un centrodestra nelle intenzioni (non nei fatti) "fusionista" e un Pd nelle intenzioni (non nei fatti) non solo socialdemocratico. Il fallimento di Berlusconi oggi si porta con sé anche il fallimento di quell'idea di Pd. Se sia un bene o no, dipende dall'idea di paese che ha in mente ciascuno di noi. Per quanto mi riguarda, dipenderà da due cose: quanto liberale sarà la sezione italiana del Ppe (secondo me molto poco) e quanto conservatrice sarà la sezione italiana del Pse (secondo me molto).
La storia insegna che i tratti distintivi delle culture politiche nazionali sono preminenti rispetto alla famiglia politica europea di appartenenza: in Germania i popolari sono più liberali che in Francia e in Italia e i socialisti più moderni che in Francia e in Italia. Insomma, a meno di sorprese, in Italia avremo la sezione di Ppe più democristiana, statalista e bigotta d'Europa e il Pse più socialista e assistenzialista d'Europa.
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