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Thursday, September 27, 2007

Garlasco fiction

Del delitto di Garlasco e degli sviluppi delle indagini ancora non ho scritto. Aspetto che sia più chiaro cos'ha davvero in mano l'accusa, perché di quello che riportano i giornali non mi fido. Devono riempire paginoni con le poche notizie che filtrano arrivando per vie traverse, di terza, quarta e quinta mano. Certo, verrebbe voglia di ironizzare sulle rivelazioni a rilento della cosiddetta "scientifica". Avranno eseguito così tanti sopralluoghi che ormai dalle impronte nella villetta di direbbe che la povera ragazza sia stata vittima di un complotto ordito da Ris e procuratori.

Ma fa piacere che almeno qualcuno denunci quali pagliacciate i contribuenti della Rai siano costretti a finanziare. Come ogni autunno Porta a Porta riprende dal delitto irrisolto dell'estate. In modo sempre più morboso. Se poteva avere un qualche senso il plastico della villetta di Cogne, mi spiegate che senso ha portare in studio una copia della bicicletta che inchioderebbe Alberto Stasi? Se lo chiede Aldo Grasso, sul Corriere di oggi. «Avvoltoi», «senza vergogna».

L'incapacità dei magistrati e la sudditanza nei loro confronti dei cronisti giudiziari indigna Vittorio Feltri, su Libero.
«È stato rovesciato anche un principio sacro. Ormai uno è colpevole (non innocente) fino a prova contraria. E se non è lui a fornire la prova contraria va dritto filato in galera. Il caso di Alberto Stasi è emblematico. Il giovanotto si trova in cella. Se non confessa, se non salta fuori l'arma del delitto, se non si accerta un movente plausibile chi se ne frega. Si andrà al processo comunque e buonanotte. Non c'è un redattore nel nostro Paese cosiddetto culla del diritto, nemmeno uno straccio di cronista che abbia difeso il ragazzo o almeno filtrato criticamente indizi (labili) sulla base dei quali è stato emesso il provvedimento di fermo. La stampa ha rinunciato ancora una volta ad esercitare il ruolo di cane da guardia del potere, dimenticando che quello giudiziario è un potere, esattamente come il governo e il parlamento. I giornalisti - che tristezza stanno sempre dalla parte del più forte e trascurano i deboli...»
Si sta affermando nelle indagini su questi delitti una tendenza inquietante: quella di aggiustare orario del decesso e scena del delitto in modo da renderli compatibili con l'unico sospettato di cui si dispone. Annotatevelo in caso di bisogno: mai svelare il proprio alibi prima che la procura si sia espressa in modo definitivo sull'orario della morte della vittima.

E ancora, ecco qualche esempio di cronisti che diventano giallisti, da Stampa Rassegnata.

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