Angelo Panebianco, sul Corriere di sabato, scrive esattamente ciò che mi sono sforzato di ripetere su questo blog ogni volta che mi sono trovato a parlare di scuola e università:
«Il miglior test per sondare lo "spessore riformista" di un partito italiano consiste nel valutare le posizioni che esso assume sulla scuola. La scuola pubblica è come l'Alitalia: rovinata da decenni di management interessato a garantirsi clientele e da un sindacalismo cui si è consentito di cogestirla con gli scadenti risultati (in tema di preparazione dei ragazzi) che i confronti internazionali ci assegnano. Solo che nel caso della scuola pubblica non ci sono cordate di imprenditori o compagnie straniere cui affidarla. Proprio nel caso della scuola il Partito democratico sta fallendo il test sullo spessore riformista».
Non solo Veltroni non ha ottenuto alcun «riposizionamento» e «rinnovamento culturale» del sindacato, «ma è lo stesso Partito democratico a reagire oggi alle difficoltà suscitate dalla sconfitta ritornando sui propri passi, abbandonando la strada del rinnovamento, ridando spazio a quelle posizioni conservatrici che il Veltroni del Lingotto sembrava determinato a combattere». Difficile selezionare altri stralci da riportare perché l'articolo è da sottoscrivere dalla prima all'ultima parola.
E questo pomeriggio il presidente Napolitano ha sconfessato platealmente la posizione di Veltroni e della Cgil sulla scuola: «Non sono sostenibili posizioni di pura difesa dell'esistente. Serve rinnovamento». Un bell'inconveniente per Veltroni, che proprio contro i tagli e le riforme della Gelmini pare che voglia imbastire l'oceanica manifestazione di ottobre.
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