Non solo i tibetani o le altre minoranze. Lo scandalo del latte alla melamina dimostra come gli stessi cinesi siano vittime innocenti e per lo più inconsapevoli di un potere totalitario, corrotto, cieco, disumano e disumanizzante. Chi ha voluto a tutti i costi – purtroppo soprattutto umani – le Olimpiadi a Pechino ha oggi sulla coscienza un'altra strage. Una strage di innnocenti, di bambini.
Si sapeva del latte tossico già dal 2 agosto, ben sei giorni prima dell'inaugurazione dei Giochi, ma solo oltre un mese dopo è stato lanciato l'allarme. Per non turbare il regolare svolgimento dell'evento olimpico, per non infrangere la vetrina mediatica e propagandistica che il governo aveva allestito come celebrazione dei suoi successi, le autorità hanno taciuto il pericolo, insabbiato lo scandalo, giocando con la vita di 53 mila bambini. Per un mese il funzionario del partito ha tenuto chiuso in un cassetto il dossier sul latte adulterato, corredato di analisi inequivocabili, tirandolo fuori solo a riflettori spenti, l'11 settembre, quando 13 mila bambini erano già stati ricoverati e 4 morti. Il numero di aziende coinvolte, ben 22, chiama in causa l'intero sistema. Gli imprenditori sapevano di vendere un prodotto tossico e i funzionari del partito di autorizzarne la vendita.
Adesso il regime cerca di placare la rabbia popolare dando in pasto all'opinione pubblica un mostro che avrebbe agito da solo, ma è evidente che quel funzionario non ha fatto altro che eseguire ordini imposti dall'alto. Per nessuna ragione, neanche la vita di migliaia di bambini, bisognava distrarre lo sguardo del mondo dal trionfo nazionalista celebrato ai Giochi. Qualche testa cadrà, forse anche a Pechino, ma è lecito ritenere che la decisione di aspettare sia stata presa, o avallata, nei piani più alti del regime.
Guai a dare la colpa alla sfrenata corsa ai profitti. Certo, il caotico sviluppo del capitalismo in Cina è una componente, ma le cause maggiori vanno ricercate nella mancanza di trasparenza e di quella responsabilità politica delle autorità che possono derivare unicamente dalla legittimazione democratica; nella mancanza di libere elezioni attraverso le quali i cittadini cinesi possano sanzionare i cattivi amministratori; nella mancanza di una stampa libera di sorvegliare e denunciare le malefatte dei poteri economici e del potere politico; nella corruzione che inevitabilmente infesta un partito unico che sa di essere insostituibile. In una parola: nella mancanza di democrazia.
Inoltre, non informando tempestivamente l'OMS Pechino ha violato i protocolli internazionali, mettendo in pericolo la vita di milioni di persone nei 5 continenti. Il suo modo d'agire poi assume contorni criminali e terroristici se pensiamo che quel latte è per lo più destinato ai Paesi poveri del Terzo Mondo, in Asia e in Africa. Per questo la comunità internazionale dovrebbe trovare la forza di punire severamente il regime cinese, adottando subito sanzioni nei suoi confronti.
No comments:
Post a Comment