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Thursday, September 11, 2008

Sulla scuola Veltroni getta la maschera

Un caos di riforme «senza toccare minimamente i cardini del problema», come ha scritto Alberto Alesina su Il Sole24 Ore e come ci ricorda ogni anno l'Ocse: mancanza di meritocrazia, «frutto dell'onda lunga del '68», salari troppo bassi e di conseguenza docenti mediocri e/o demoralizzati:
«Si parla tanto di insegnanti multipli o unici nelle scuole. Parliamoci chiaro: gli insegnanti sono diventati multipli non perché si sia capito che questo migliorava la qualità dell'insegnamento, ma semplicemente perché sono nati sempre meno bambini in Italia e non si poteva licenziare nessun docente, anzi le assunzioni dovevano continuare a ritmi elevati. La scuola, insomma, come welfare per giovani laureati. Il nuovo ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, finalmente va nella direzione giusta: meno insegnanti ma pagati meglio».
Poi, valutazione dei risultati, alla quale devono seguire premi o penalizzazioni; informare le famiglie sulla qualità degli istituti; via i concorsi pubblici, più autonomia e responsabilità.

«L'opposizione dovrebbe aiutare Gelmini in questo tentativo, anche se finora è stato illustrato solo a parole (a cui si spera seguano i fatti). Invece il Pd, tramite il suo leader Walter Veltroni, si è chiuso in una critica vecchia e stantia sulla riduzione degli stanziamenti per la scuola». Come da anni ci ripete l'Ocse, «il problema fondamentale della scuola e dell'università italiana non è la mancanza di fondi, ma la mancanza di meritocrazia e concorrenza».

La scuola è uno dei principali banchi di prova per il Pd e ad oggi sta fallendo miseramente. Veltroni vuole «imbastire» sulla scuola la sua campagna d'ottobre, ma lo farà riempiendo le trincee in difesa della scuola burocratizzata e sindacalizzata, che serve ai precari come ammortizzatore sociale e non agli studenti. Proprio sulla scuola il riformismo di Blair ha dato i suoi primi succosi frutti e proprio sulla scuola il Pd sta gettando la sua maschera.

La Gelmini, invece, sembra andare nella «direzione giusta», secondo Alesina. Proprio oggi il ministro ha rilasciato un'intervista a il Riformista. «Veltroni? Mi sta deludendo», dice il ministro. «Ha fatto la campagna elettorale sul cambiamento e sul riformismo. Ora invece difende posizioni di trent'anni fa, nelle quali non vedo la differenza con Rifondazione. Mi deve dire una cosa: la scuola serve a creare occupazione o a produrre educazione per i nostri ragazzi? Sulla scuola il Pd si gioca molto della sua capacità di innovazione. E il clima nel paese è cambiato. Appena qualche anno fa un Brunetta non avrebbe avuto la popolarità che ha oggi. La gente, soprattutto i giovani, sta con chi vuole cambiare». E «quando il 97% per cento delle risorse se ne va in stipendi, cosa resta per migliorare il prodotto?». Quale impresa riuscirebbe a stare sul mercato spendendo in stipendi il 40-50% delle sue risorse?

Non solo condotta, grembiule, maestro unico, ma anche i temi indicati da Alesina, la meritocrazia e l'autonomia («la più ampia possibile») agli istituti:
«Penso che le scuole debbano trasformarsi in fondazioni, in cui entrino gli enti locali, che debbano poter reclutare gli insegnanti a chiamata da una lista di abilitati, con una parte di stipendio fisso e una variabile. Penso che le scuole debbano essere valutate, come succede all'estero, e che chi lavora bene debba ricevere di più. E' stata dura, ma nella finanziaria ho ottenuto che il 30% delle risorse risparmiate siano utilizzate per premiare il merito».
Il '68, certo, ha avuto «grandi responsabilità».
«Ha portato un valore positivo, quello della partecipazione. Ma anche uno negativo: il buonismo, l'appiattimento verso il basso, un finto egualitarismo in cui chi ha talento resta al palo. In Italia l'ascensore sociale si è bloccato. E la scuola, questo è il problema, non aiuta più i meritevoli a salire».
Risponde bene, la Gelmini, anche alla polemica sull'esame da avvocato sostenuto nella sede "facile" di Reggio Calabria:
«Sono fiera del mio percorso scolastico: 50 alla maturità classica, 100 alla laurea a Brescia. Poi dovevo fare l'avvocato, la mia famiglia spingeva perché lavorassi presto. A differenza di Veltroni, ne avevo bisogno. Che senso aveva perdere anni in concorsi dove l'esperienza mi diceva che passavano solo i figli di avvocati? Veltroni difende per caso gli ordini professionali? Pensa che sia lì che si valuta il merito delle persone?».
Chapeau.

1 comment:

Anonymous said...

Non ho capito la chiusa finale. Cosa significa? Andiamo tutti a Reggio Calabria? Il significato di meritocrazia per la Gelmini è questo?
Della serie: predicare bene e razzolare con i porci.
Giancarlo