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Tuesday, September 09, 2008

Istruzione, l'Ocse descrive le solite macerie

Sono i soliti dati sulla scuola. Ogni anno l'Ocse sforna i suoi rapporti e i dati riferiscono dello stesso sfacelo. Di soldi se ne spendono a iosa, ma il "miracolo" è che i docenti sono pagati poco, poco qualificati («meno laureati che in Cile»), e i risultati disastrosi.

Anche il rapporto di quest'anno Education at a Glance 2008 conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto, e che il ministro Gelmini sembra avere presente: troppi insegnanti nella scuola secondaria, il che inevitabilmente si traduce in un livello troppo basso dei loro stipendi. Il che a sua volta porta a demotivazione e bassa produttività. «Nel settore dell'istruzione secondaria l'Italia spende molto denaro. Paga però molti professori dando loro uno stipendio molto basso, ha spiegato Andreas Schleicher, responsabile delle ricerche sull'istruzione. Insomma, è la conferma che la scuola è stata usata come ammortizzatore sociale. «Esattamente il contrario di quanto fa un paese come la Corea del Sud». Dove il numero dei professori è minore e il loro stipendio più alto. Il vero problema quindi è «come vengono spesi» i fondi elargiti dallo Stato.

L'università si rivela per quella che è: un fallimento. Una vera e propria truffa dello stato ai danni dei ragazzi, che vi accedono con sacrifici credendo di fare un investimento per il loro futuro, di ritrovarsi alla fine degli studi con un titolo subito spendibile sul mercato del lavoro e che gli garantisca un reddito di partenza mediamente più elevato dei non laureati, come avviene più o meno in tutti i paesi occidentali. Lo dimostra il fatto che il divario tra laureati, circa il 13%, e detentori di lavori qualificati, oltre il 40%, è tra i più alti dell'area Ocse.

Ed è altissimo il tasso d'abbandono, primo tra i paesi Ocse. Solo il 45% degli iscritti si laurea, a fronte di una media Ocse del 69%. Al di sotto della media di Cile e Messico, in una classifica impietosa che vede l'Italia fanalino di coda insieme a Brasile, Turchia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Per l'università i paesi Ocse spendono in media 11.512 dollari per ogni studente, mentre l'Italia ne investe solo 8.026. Solo il 19% dei 25-34enni ha un diploma di laurea, contro il 33% della media Ocse.

Ovviamente da noi gli studenti stranieri preferiscono non venire. Gli Stati Uniti si confermano il paese che attrae di più, con il 20% delle preferenze. Seguiti da Gran Bretagna, 11,3%, Germania, 8,9%, Francia, 8,5% e Australia, 6,3%. L'Italia, nonostante sia un paese magnifico, solo l'1,7%.

1 comment:

Anonymous said...

Ma vuoi mettere la gioia dei 160000 precari buttati "dentro" da Prodi e dai suoi ulivisti democratici!!!
Ovviamente con criterio meritocratico...