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Thursday, September 11, 2008

Molto più di un lapsus, è l'Anschluss russo

Altro che il falso lapsus di Obama, quello dell'autoproclamato presidente sudosseto è molto più di un lapsus. Rivela, per quelli che ancora nutrissero qualche dubbio, le reali intenzioni russe in Georgia e dimostra quanto fosse diverso il caso di Abkhazia e Ossezia del Sud da quello del Kosovo.

«Non vogliamo creare un'Ossezia indipendente. Perché così vuole la storia», aveva affermato Kokoity a un convegno di politica estera organizzato dal Cremlino a Soci, sul Mar Nero, esprimendo l'aspirazione alla «riunificazione» con l'Ossezia del Nord e, quindi, il desiderio di tornare a far parte della Russia: «Sì, certo, noi diventeremo parte della Russia». Una dichiarazione scomoda persino per il Cremlino. Poco dopo, infatti, la "diplomatica" marcia indietro: «Ovviamente sono stato frainteso».

«A oggi pensiamo che il riconoscimento dell'Ossezia del Sud fosse un passo necessario e sufficiente. Non ci sono altri piani o alternative», si è affrettato a dichiarare il premier russo Putin, mentre il presidente Medvedev ricorre alla minaccia della piccola e militarmente impotente Georgia, occupata in tre soli giorni da poche migliaia di soldati russi, per giustificare un riarmo («si pone tra le più alte priorità dello Stato per i prossimi anni») in corso già da qualche anno.

Intanto, l'ambiguità della posizione italiana durante la crisi russo-georgiana non sembra aver incrinato i rapporti con Washington. Sarà vero? Così parrebbe dalle dichiarazioni ufficiali dopo l'incontro tra il premier Berlusconi e il vicepresidente Usa Dick Cheney. Eppure, oggi il Financial Times offre un'analisi diversa e francamente più convincente:
«... The US delegation, in Italy for five days, had pushed for clear endorsement of its position from Mr Berlusconi. Once a favoured ally rewarded for his support of the US invasion of Iraq, Mr Berlusconi has seriously irritated the Bush administration by his handling of Russia's invasion of Georgia... Concerns grew in Washington that Italy was undermining unity when Franco Frattini, Italy's foreign minister, went to Moscow last Thursday - when Mr Cheney was in Georgia and Ukraine, and ahead of European Union peace efforts by Nicolas Sarkozy, the French president, now among Washington's favourites».
Mentre noi temiamo che Berlusconi subisca il fascino della sua amicizia con Putin, il FT fornisce alla posizione italiana uno straccio di motivazione razionale:
«Bush administration hawks are alarmed by Italy's close energy relationship with Russia, particularly the "strategic partnership" between Moscow's Gazprom and Italy's part state-owned Eni, and the South Stream pipeline they intend to build to take Russian gas across the Black Sea. Gazprom's entry into Libya is being facilitated by an asset-swap with Eni where Gazprom will take half of Eni's take in the Elephant oil field in exchange for Eni taking part of Russia's Arctic Gas».

1 comment:

Anonymous said...

L'avete sentita la Palin di Lardo, vuole andare alla guerra con la Russia. Povera maialina col rossetto. Almeno ha avuto il merito di gettare la maschera e non fingere, come gli imperialisti buoni che cercano di conquistare il mondo con metodi... arancioni

Tzunami dove sei finita??? Ti ha ingoiato un pescecane??