Pagine

Friday, September 26, 2008

Il prezzo di Walter: un posto nella foto ricordo dei salvatori

Basta osservare i fatti degli ultimi giorni sotto la lente della più elementare logica per accorgersi di quanto sia allo stesso tempo arrogante e patetico il tentativo di Veltroni di autointestarsi i meriti del salvataggio di Alitalia. Ma noi vogliamo credergli. Sì, Veltroni è stato determinante per il raggiungimento dell'accordo tra le parti. Le parti sono Cai, che ha messo i soldi; i sindacati, che hanno fornito la manodopera; il governo, che si è impegnato a ripianare i debiti e ammortizzare gli effetti negativi degli esuberi. Resta da chiedersi: e l'opposizione, che ci ha messo? La moral suasion, ci diranno.

Ma allora, a condizioni contrattuali e industriali praticamente invariate, riconoscere a Veltroni dei meriti per la conclusione positiva della trattativa significa ammettere implicitamente che fino a un momento prima non ha fatto altro che remare contro di concerto con la Cgil, per evitare che Berlusconi si prendesse in esclusiva i meriti dell'operazione. Se davvero è bastato solo il suo intervento, si vede che era lui stesso l'ostacolo. Era questo l'obiettivo politico della farsa a cui abbiamo assistito questa settimana. Prima la rottura, determinata soprattutto dalla Cgil; poi il "responsabile" Veltroni che "fa ragionare" i sindacati, pronti a firmare a un suo cenno. Sono proprio la Cgil ed Epifani che in questa partita escono con l'immagine devastata di un sindacato burattino del Pd.

Alitalia è rimasta ostaggio dell'ennesimo gioco politico, speriamo l'ultimo. Prima Berlusconi, alla vigilia delle elezioni, ha offerto una sponda al "no" dei sindacati, cui rimane comunque la responsabilità principale di aver detto no ad Air France, per ergersi a salvatore della patria. Poi, dopo le elezioni, Veltroni si è vendicato facendo di tutto per sabotare gli sforzi del governo, finché quest'ultimo infine ha dovuto accettare che in "zona Cesarini" anche Veltroni trovasse posto in pompa magna nella foto ricordo dei salvatori.

4 comments:

Giancarlo said...

Il colmo: una foto ricordo tra i realizzatori di una colossale stronzata :)

Anonymous said...

Hai ragione da vendere, ma lascia che ti ricordi...

Una volta stavi nella Rosa nel Pugno, per l'alternativa dell'alternanza, scorrendo i nomi dei ministri del governo Prodi che contribuisti a far vincere il più autorevole ti sembrò Padoa-Schioppa. Ti sbagliasti, e non di poco.

Ora te la giochi sulla nostra sponda, ora all'economia c'è Tremonti, ma ugualmente non ti va bene perché secondo te è un altro bluff, e hai pure da ridire su Berlusconi!

La prossima volta ti butterai di nuovo a sinistra perché ti hanno ancora deluso?

Anonymous said...

Il caffè l'ho vinto, ma non era difficile. Ora lo rimetto in palio.
Siccome il piano della CAI è una ciofeca (grande almeno quanto la faccia da... di Epifani e Veltroni) sia sotto il profilo industriale (già chiamarlo piano industrile fa ridere) sia sotto il profilo finanziario, per non dire dell'idea strategica, che non c'è proprio, le vie saranno quelle di disfarsene appena possibile, possibilmente accollando indirettamente altri costi sulle spalle degli Italiani. Ma come, dirà Lei, ora Alitalia è privata, non è possibile!. Anche la FIAT era privata...
Cumino

Anonymous said...

Nessun commentatore dice qual’è la vera lezione di Alitalia. Eccola qua: la solita storia, l’Italia non è una democrazia, ma la democrazia delle corporazioni. Ci sono figli prediletti, e poi il resto, che sono solo figli di puttana, vale a dire quei 280.000 lavoratori attualmente a rischio licenziamento o già licenziati, per i quali non c’è un beato c…o, altro che 7 anni all’80% di stipendio garantito come è per i lavoratori di Alitalia. Non ha da vantarsi proprio nessuno, non solo Veltroni, di questo salvataggio, l’ennesima porcheria a danno della collettività e a favore di pochi garantiti. Coi debiti che ci accollano per non far fallire quel baraccone si sarebbero salvate realtà molto migliori e lavoratori molto migliori di quelli. Ecco la lezione. Ma da sinistra, maestri di equità e diritti, e da destra alfieri dell’impresa, nonchè dall'informazione "libera" dei Santori, delle Vespe e delle Mentane non s’è sentito un bah su questo. Allineati e coperti. Complimenti.
Cumino