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Thursday, June 17, 2010

Eurofollie ed eurotruffe

A quanto pare di capire il Parlamento europeo avrebbe dato il via libera ad un nuovo sistema di etichettatura degli alimenti per evidenziarne i valori nutrizionali, cioè la quantità di zuccheri, grassi, sale e calorie contenute in 100 grammi di prodotto. Più informazione, fin qui niente di male. Se non che una norma vieterebbe ai prodotti con una eccessiva presenza di zuccheri (non più del 10%), grassi saturi (non più di 4 grammi) o sale (non più di 2mg), di essere pubblicizzati con richiami salutistici o al benessere fisico. Insomma, se il prodotto è troppo dolce, non si potrà dire che "fa bene". Avete presente la pubblicità di Nutella pezzo forte della prima colazione degli Azzurri? Dimenticatevela.

Un problema non da poco per la nostra e altrui industria dolciaria, se l'Ue dovesse avviare una campagna terroristica obbligando ad apporre sulle etichette diciture come "provoca obesità", o "nuoce gravemente alla salute", come sulle sigarette. Non siamo ancora a questo punto, ma quel divieto è un primo passo verso quella direzione. Una norma che l'emendamento 191 avrebbe abrogato, se Sonia Alfano (Idv) e Leonardo Domenici (Pd) non avessero votato contro, unici tra gli eurodeputati italiani. La votazione infatti si è chiusa in parità (309 sì contro 309 no), quindi l'emendamento è stato respinto per un solo voto e il divieto confermato. Grazie.

Ma l'Europa non è nuova a simili scemenze: «A subire gli effetti delle normative comunitarie - accusa Coldiretti in una nota - lo scorso anno era stato un altro importante prodotto della dieta mediterranea come il vino per il quale... è stata autorizzata la possibilità di zuccheraggio per i paesi del nord Europa, ma anche la produzione e la commercializzazione di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall'uva come lamponi e ribes». Inoltre, in materia di formaggi la Commissione ha respinto qualche mese fa una proposta italiana per rendere obbligatoria l'indicazione di origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero-caseari. Altra contraddizione sospetta, l'obbligo di etichettatura dei prodotti agricoli impiegati per l'allevamento solo per la carne bovina, ma non per quella di maiale.

E' ovvio che la legislazione in questa materia viene orientata da blocchi di Paesi che si coalizzano per danneggiare i prodotti altrui e avvantaggiare i propri, per cui andrebbe del tutto abolita.

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