Al grido demagogico di «chi ha provocato la crisi paghi», un'Europa che si crede vittima della finanza e della speculazione, e non delle sue sciagurate politiche di bilancio (tanta spesa e poca crescita), crede di vendicarsi imponendo una tassa sulle banche e promuovendo l'idea di una tassa mondiale sulle transazioni finanziarie durante il prossimo vertice del G20. Tasse che ovviamente le banche e gli operatori finanziari faranno pagare a chi usufruisce dei loro servizi, aumentandone i costi.
Al vertice Ue si sarebbe deciso, inoltre, di tener conto anche della dinamica del debito e non solo del debito pubblico, ma anche di quello privato, ai fini della valutazione di sostenibilità dei conti pubblici degli stati membri. Bene per l'Italia, la cui dinamica in questo momento è relativamente lenta e che presenta un livello relativamente basso di indebitamento privato. Ha senso tenerne conto, ma ora bisogna vedere se i mercati se la berranno... perché restano loro a decidere se, e a quali interessi, acquistare i titoli di debito emessi dagli stati... e quindi se il Paese che li emette ha conti sostenibili o meno.
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