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Thursday, June 17, 2010

La Turchia che prende il largo

Un bel contributo al dibattito sulla politica estera turca, che dopo gli ultimi eventi si sta imponendo alla nostra attenzione, lo dà oggi Christian Rocca con questo articolo sul Sole:
«Tutto il mondo si chiede se ci siamo persi la Turchia, dopo gli ammiccamenti ad Hamas, gli accordi con l'Iran degli ayatollah, le accuse feroci a Israele, il no alle sanzioni Onu sul nucleare di Teheran, gli schiaffi agli Stati Uniti... Erdogan guarda oltre l'Europa. Cerca nuove sponde. Si tiene le mani libere. Chiede di entrare nell'Unione europea e ha ottenuto lo status di osservatore nell'Unione africana. Discute iniziative comuni con la Lega araba ed è più attivo che mai nell'Organizzazione della conferenza islamica. La settimana scorsa ha convocato Siria, Libano e Giordania per costruire l'Unione mediorientale di libero scambio, su modello e in alternativa all'Unione europea. Fa accordi bilaterali commerciali con i paesi limitrofi, apre ambasciate in Africa, punta ai mercati dell'area turcofona che si estende fino alla Cina, agisce da mediatore nei Balcani, va a braccetto con i russi, prova a ritagliarsi il ruolo di paciere con l'Iran e a scalzare Egitto e Arabia saudita come guida della regione. Cerca, infine, di sfruttare la posizione geostrategica della Turchia e di farne il crocevia obbligato delle rotte energetiche che collegano i paesi produttori di petrolio e gas ai consumatori europei. Questo neogollismo turco ha consolidato i pregiudizi europei, ingigantito le preoccupazioni israeliane ed evidenziato l'imbambolamento di Barack Obama che un anno fa è andato in Turchia a parlare di "partnership modello" tra Washington e Ankara».
L'impressione è che la Turchia sia sempre più un «soggetto politico autonomo nello scacchiere internazionale, molto disinvolto, parecchio arrogante, forse ingenuo nel credere di poter guardare sia a est sia a ovest senza creare guai innanzitutto a se stesso, magari capace di dissimulare i piani più o meno segreti di smantellamento della laicità della repubblica e di islamizzazione del paese, certamente campione di una nuova retorica pan-musulmana, populista e con velleità neo-ottomane».

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