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Friday, June 04, 2010

Difetto di legittima difesa

Più che Israele, a cadere nella trappola degli attivisti pro-Hamas sono stati come al solito i media e i commentatori occidentali, che nonostante l'abbondanza di precedenti hanno aderito alla facile e deresponsabilizzante lettura dell'«eccesso di legittima difesa» e della reazione «sproporzionata» da parte israeliana. Più leggo ricostruzioni e commenti, sia sui giornali che in rete, più mi convinco delle ragioni di Israele anche in questo caso. Se ci troviamo di fronte a situazioni in cui i militanti islamici vincono sempre, qualsiasi cosa facciano (sia che fossero riusciti a violare il blocco, che a quel punto sarebbe fallito, legittimando il governo terrorista di Hamas; sia che - com'è accaduto - avessero costretto Israele ad usare la forza, e quindi a pagare un caro prezzo di immagine) è anche colpa nostra, che ancora non abbiamo imparato a vaccinarci nei confronti di questo tipo di azioni.

Se gli attivisti della flottiglia pro-Hamas fossero stati davvero intenzionati a consegnare gli aiuti ai palestinesi di Gaza, avrebbero accettato una delle soluzioni proposte dalle autorità israeliane, ma in realtà il loro unico obiettivo - politico e militare - era quello di violare il blocco e di farlo a costo del maggior numero di vite umane anche tra loro stessi. Saranno anche stati dei civili, ma in quel momento sapevano di partecipare ad un'operazione militare. Per questo erano armati e hanno colto di sopresa i commandos israeliani quando sono saliti a bordo delle navi.

E' difficile con le notizie in nostro possesso capire se le navi potevano essere fermate diversamente. Certo è che Israele avrebbe potuto usare metodi ancora più cruenti. Di fronte a ben sei navi pronte a violare il blocco, avrebbe potuto anche prenderle a cannonate dopo i dovuti avvertimenti, senza rischiare nemmeno un uomo, ma ha preferito comunque una via "chirurgica", che ha provocato dei morti perché i milianti a bordo erano armati e disposti a combattere pur di violare il blocco. Ancora una volta, Israele ha mostrato semmai un difetto di legittima difesa. E il contraccolpo d'immagine è dovuto solo al pregiudizio negativo con cui i media e le opinioni pubbliche occidentali guardano a qualsiasi cosa faccia Israele.

La fragilità di Israele passa inosservata, si dà per scontato che possa difendersi da solo. Il blocco della Striscia di Gaza nei confronti di un governo terrorista è sacrosanto e dovrebbe piuttosto vedere la partecipazione attiva delle marine militari occidentali. E' interesse dell'Occidente condividere la responsabilità della sicurezza di Israele, come avamposto di civiltà in una regione dove prevale la barbarie.

Dal punto di vista geopolitico, spicca la definitiva rottura tra Turchia e Israele e il progressivo abbandono, sotto il governo di Erdogan, della vocazione euro-atlantica di Ankara, che sembra proiettata verso Siria e Iran. Un processo aggravato dall'incapacità statunitense di esercitare la propria leadership in Medio Oriente nei confronti dell'Iran e del processo di pace, dalle incertezze dell'Ue sulle prospettive di adesione della Turchia, ma fondamentalmente voluto dalle autorità turche. Bisogna prenderne atto. Infine, aggiungo sommessamente, ma ci sarà tempo per approfondire, precisare e casomai correggere, che gli eventi degli ultimi anni stanno mettendo in luce l'inesistenza di fatto di un "popolo palestinese" e, di conseguenza, la difficile praticabilità della soluzione "due popoli due stati".

3 comments:

Sergio said...

Ciao sono Sergio.

Sono completamente d'accordo con te.

Aggiungo che la sensazione che Israele sia sempre "sopra le righe" non è data dai fatti, ma dai media, che confezionano le notizie ad esclusivo sostegno dei terroristi Palestinesi.

MAI LA TURCHIA IN EUROPA!!!!!!!!!!!!!!

Giovanni Agretti said...

Caro Federico, ovviamente concordo -come spesso mi accade – con il tuo punto di vista. Quanto alla Turchia, fresca di accordo con l'Iran del pazzo Ahmedinajad, quale portatrice di pace mi sembra decisamente poco credibile: Cipro e l'annientamento del popolo armeno, tutto mi sembrano, fuorchè ramoscelli di ulivo di un paese pacifista. La Turchia non è europea, non è più quella di Ataturk ma del più modesto e bellicoso musulmano Erdogan. In Europa abbiamo già abbastanza problemi e di gente che ogni tanto uccide un prete o un vescovo, non ne abbiamo bisogno. Oggi l'ottimo Angelo Panebianco sostiene che i motivi che porteranno in futuro forse alla fine di Israele sono gli stessi che cambieranno la nostra vita così come oggi la conosciamo, con valori e leggi ostili per noi. La stampa che oggi accusa Israele è la stessa che aveva creato eroi i magistrati di Mani Pulite, oggi ben rappresentati da Di Pietro con suoi maneggi. Due cose lontanissime tra loro, ma con in comune un giornalismo in larga parte unito da un unico collante: isterismo e imbecillità diffusa, largamente sopra il livello di guardia.
Cordialità.

Cachorro Quente said...

"La stampa che oggi accusa Israele è la stessa che aveva creato eroi i magistrati di Mani Pulite, oggi ben rappresentati da Di Pietro con suoi maneggi."

Il bello di questo paese è che ha la memoria storica del protagonista di Memento (per non scomodare Orwell).
Chi "creò eroi" era quel buontempone di Feltri, che oggi titola "Israele ha fatto bene a sparare". No, per dire.

Poi qualcuno dovrebbe veramente spiegarmi quale sarebbe l'incentivo della stampa internazionale (per non parlare dell'opposizione israeliana e di intellettuali non certo estremisti radicali come Oz e Grossman) a parlare male della linea politica del Likud. Capisco, ci saranno delle approssimazioni e dei pregiudizi, ma sarà anche che è una leadership allo sbando, fondamentalista quasi quanto la sua controparte palestinese?

E' un po' come per Berlusconi: se per tutto il mondo è una barzelletta, dev'essere per forza un complotto mondiale della sinistra. Non che è, effettivamente, una barzelletta.