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Wednesday, April 26, 2017

Meno rischi, meno costi, più margini di profitto per i trafficanti, più vittime in mare

Trucco ormai smascherato: altro che Canale di Sicilia, davanti Tripoli non sono salvataggi, ma è un efficiente servizio di linea operato dalla benemerita joint venture ong-trafficanti. Cui prodest? E soprattutto, cosa impedisce al governo italiano di denunciare attività che ben poco hanno a che fare con scopi umanitari? Qualche struzzo in realtà (compreso il capo di tutti gli struzzi, Matteo Renzi) sta alzando la testa dalla sabbia... Il 19 aprile a Matrix l'ex premier si è finalmente fatto sentire ("non possiamo essere presi in giro da nessuno, né in Europa, né da ong che non rispettano le regole"), ma purtroppo solo dopo che si è fatto prendere in giro per anni. E che, su questo tema, ha perso il referendum della vita...

Qualche dato di fatto.
In audizione davanti alla Commissione Difesa del Senato, il responsabile di SOS Méditerranée conferma: migranti imbarcati a pochi chilometri dalla costa libica.

L'aumento dei mezzi di soccorso (delle ong) nel tratto di mare tra Italia e Libia è "paradossalmente" coinciso con l'aumento delle vittime (4.500 nel 2016, 2.800 nel 2015). Salvini? No, il direttore di Frontex.

Sempre il direttore di Frontex, non Salvini... "L'origine dei migranti è prevalentemente africana (in particolare dai paesi dell'Africa occidentale sub-sahariana, mentre è in diminuzione dal Corno d'Africa). Il profilo più ricorrente è quindi quello di migranti economici irregolari". Dunque, per l'ennesima volta, dalla Libia non arrivano profughi siriani, pochi dal corno d'Africa, quindi è ovvio che non funzioni la redistribuzione a livello europeo, che non vale per gli irregolari.

"Evidenze che tra alcune ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti", avverte il procuratore di Catania Zuccaro, ma come lui stesso avverte, il problema è politico.

Frontex 1: "E' chiaro che i trafficanti che operano in Libia stanno approfittando dell'obbligo internazionale di salvare vite in mare".

Frontex 2: Dall'inizio dell'anno "oltre 36mila migranti sono arrivati in Italia, partendo soprattutto dalla Libia. E' il 43% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso".

Frontex 3: dal 2014 è cambiato il modus operandi dei trafficanti libici. In particolare:
1) "l'area di ricerca e salvataggio è cambiata: mentre nel 2011 le barche che trasportavano i migranti arrivavano fino a Lampedusa e nel 2014 i salvataggi avvenivano a metà strada fra la Libia e l'Italia, nel 2016 e 2017 l'area di ricerca e salvataggio si è spostata al limite delle acque territoriali libiche";

2) "il numero di persone che viaggiano a bordo dei gommoni è aumentato: da circa 90 in media nel 2014 per imbarcazioni di 10 metri, nel 2016 e 2017 sono circa 170";

3) "la qualità dei materiali di cui sono fatte queste barche è drammaticamente peggiorata negli ultimi due anni";

4) "mentre nel 2014 la quantità di carburante era sufficiente per fare lunghi percorsi, ora basta appena a lasciare le acque territoriali libiche. Lo stesso vale per l'acqua da bere e il cibo";

5) "inoltre, recentemente abbiamo notato che i trafficanti tolgono i motori dalle barche quando vedono una nave di soccorritori nei paraggi, lasciando i gommoni pieni di gente alla deriva e in pericolo, per riutilizzare il motore per un altro viaggio".

Insomma, meno rischi, meno costi, più margini di profitto per i trafficanti, più vittime in mare. Chiunque dotato di buon senso e onestà intellettuale non può che concludere che le politiche dei governi italiani e l'attività delle ong hanno di fatto incoraggiato il fenomeno (nient'affatto ineludibile, almeno non in queste forme e con questi numeri), lo hanno reso meno rischioso e più redditizio per i trafficanti, più mortale per i migranti.

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