Volete il posto fisso, beccatevi gli stipendi più bassi dell'area Ocse. La rigidità del mercato del lavoro ha senz'altro un costo che pagano anche - anzi, soprattutto - i lavoratori, ma pesano altri fattori, su tutti il cosiddetto cuneo fiscale. In Italia - registra l'Eurispes sulla base di una classifica del 2008 (prima della crisi) - si percepiscono gli stipendi tra i più bassi dei Paesi Ocse, cioè delle nazioni più sviluppate. E, simmetricamente, tra i più tassati. Poco più di 14.700 euro (21.374 dollari) il salario medio netto annuo, a parità di potere d'acquisto, percepito da un cittadino italiano. Una cifra che pone il nostro Paese al ventitreesimo posto (su trenta).
Negli altri grandi Paesi le retribuzioni nette annue superano i 25 mila dollari: senza arrivare ai livelli di Regno Unito (38.147), Giappone (34.445) e Usa (30.774), basti considerare i 29.570 in Germania, i 26.010 in Francia e i 24.632 in Spagna. Dietro di noi solo Portogallo (19.150), Repubblica Ceca (14.540), Turchia (13.849), Polonia (13.010), Slovacchia (11.716), Ungheria (10.332) e Messico (9.716). I lavoratori italiani guadagnano dunque ogni anno il 17% in meno della media Ocse. Al contrario, il cuneo fiscale (la differenza tra costo del lavoro e retribuzione netta) arriva a pesare - nel caso di un lavoratore dal salario medio single e senza figli - per il 46,5%, ponendoci al sesto posto tra i Paesi Ocse.
1 comment:
ciao ti leggo sempre molto volentieri, i dati in questione sono interessanti ma in un caso sono decisamente sbagliati, io ho vissuto in spagna e gli spipendi lì sono decisamente bassi ancora più bassi che in italia uno spipendio medio si aggira sulle 900 euro non di più
ciao a presto
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