Mi volete spiegare come mai nell'eterno sud populista, lassista, familista, pauperista succede quello che succede, guerriglia civile, ferocia scatenata, rivolta e controrivolta, infine deportazione forzata dei neri raccoglitori di agrumi da un inferno all'altro? Mentre nel Veneto gretto, piccolo borghese, minimprenditoriale, piastrellaro, razzista, xenofobo, leghista, e in particolare a Treviso dove non comandano i progressisti che hanno letto Giustino Fortunato ma i reazionari che parlano come l'ex sindaco Gentilini; come mai dunque a Treviso decine di migliaia di immigrati sono via via integrati nel sistema dell'economia di mercato, nella società civile dove non ci sono Libera e i don Ciotti e i volontari benemeriti di ogni sorta di assistenza, ma fabbrichette, capannoni, consumatori, esportatori e altra vil razza dannata del capitalismo dei distretti industriali?
(...)
Non è l'assenza caritatevole dello stato il responsabile del degrado di Rosarno e della sua appendice naturale di violenza, ma la presenza dello stato, invece, nella forma truffaldina dell'assistenza che diventa il brodo di coltura e il bottino della 'ndrangheta, il grande alibi per la generale assenza di libertà e di responsabilità. Solo una ondata distruttiva e creatrice di capitalismo, con i suoi costi e ricavi, può rimettere a posto la società meridionale, che divide con gli ultimi della terra la propria infinita miseria e di tanto in tanto deve subire il dramma della loro rivolta.
Monday, January 11, 2010
Perché a Rosarno e non a Treviso
Perfetto l'editoriale di oggi di Giuliano Ferrara, su Il Foglio, sui vergognosi fatti di Rosarno: «Meno stato più capitalismo, ecco la cura per le infinite miserie del sud».
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