Premesso che trovo il reato contestato ai componenti della Commissione grandi rischi, l'omicidio colposo, e quindi la pena, assurdi, e che la magistratura italiana - come dimostrano anche le reazioni all'estero - è totalmente screditata ed è l'unica casta che agisce nell'irresponsabilità, va detto con molta chiarezza però che non erano sotto processo gli scienziati, ma i membri, certo tecnici, di un'autorità pubblica, i quali non sono stati condannati per non aver previsto il terremoto o non aver suggerito l'evacuazione dell'Aquila, come purtroppo sta passando sui media internazionali.
Non giustifica certo il protagonismo della magistratura - e i magistrati sono i primi a non pagare mai per i propri errori, l'ho scritto fino allo sfinimento su questo blog - ma di un paese nel quale chi sbaglia non lascia mai la poltrona, qualunque essa sia, a livello politico o "accademico", bisogna pur parlare. L'assurdità della sentenza non deve farci dimenticare il fallimento e le responsabilità, per lo meno politico-istituzionali, dei membri della Commissione grandi rischi.
Diciamo che se da una parte c'è il procurato allarme, dall'altra, se esistesse nel nostro codice, il reato loro imputabile sarebbe di "procurata eccessiva calma", ossia la negazione o la sottovalutazione del rischio. D'altra parte, se il rischio terremoto, come di altre calamità naturali, non fosse almeno indicativamente quantificabile, non ci sarebbe bisogno di alcuna Commissione grandi rischi. Dal momento che la Commissione c'è, si riunisce, fornisce pareri e parla alla cittadinanza, è giusto che i suoi membri ne rispondano.
Nessuno ovviamente rimprovera loro la mancata evacuazione della città, bensì le rassicurazioni forse eccessive (e forse indotte anche dagli allarmismi diffusi in quei giorni da uno pseudo-scienziato), sulla base delle quali purtroppo molti cittadini, dopo notti passate in strada, sono rientrati nelle loro case. Ma escludere, o ritenere improbabile una forte scossa di terremoto è una previsione esattamente come predire che ci sarà. E se i terremoti sono eventi imprevedibili, allora con troppa leggerezza hanno rassicurato sia gli organi di governo sia la cittadinanza.
E dirò di più: non è la prima volta. Ricordo come fosse ieri il terremoto dell'Umbria. Mi pare fosse il sismologo Enzo Boschi, di sicuro l'allora sottosegretario alla Protezione civile Barberi, a rassicurare dopo la prima scossa della notte: niente paura, ora solo scosse di assestamento. E invece la mattina dopo una scossa ancora più forte tirò giù la volta della basilica di Assisi. Insomma, a me pare che certi scienziati-burocrati o da salotto tv flirtano troppo con le previsioni, salvo poi, una volta smentiti, ripararsi dietro l'imprevedibilità dell'evento. Ma essere membri della Commissione grandi rischi non è come apparire in un programma di Discovery Science.
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