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Friday, March 23, 2012

Danni collaterali del multiculturalismo

Tre bambini e un genitore ebrei, uccisi davanti a una scuola elementare, e tre militari di origini maghrebine hanno pagato con la vita la sconcertante sottovalutazione da parte delle autorità francesi della jihad combattuta nel cuore dell'Europa. Il loro assassino, Mohamed Merah, si era addestrato nei campi di al Qaeda ai confini tra Pakistan e Afghanistan, dove si era recato anche l'anno scorso, facendo ritorno in Francia ad ottobre come se niente fosse, come se avesse trascorso le vacanze in una colonia estiva. Aveva scelto la jihad insomma, e i servizi segreti lo conoscevano. Era stato persino arrestato in Afghanistan - non chissà quanti anni fa, ma nel 2010 - e da quel momento era stato inserito nella no fly list americana. Eppure, i servizi francesi non hanno dato peso a tutto questo. Il premier Fillon si è giustificato dicendo che «non c'era alcun elemento» per fermarlo prima che entrasse in azione: «Non abbiamo il diritto in un Paese come il nostro di sorvegliare in modo permanente, senza una decisione giudiziaria, qualcuno che non ha commesso un delitto. Viviamo in uno stato di diritto».

Giusto e sacrosanto, ma dopo i tre omicidi di Mountauban non c'erano tutti gli elementi per sospettare di Merah e impedire la strage di Tolosa? E siamo proprio sicuri che un elemento come Merah non sia il tipico affare da servizi segreti? A che servono, se non ad occuparsi di minacce alla sicurezza extra-giudiziali, cioè che non possono essere affrontate con i normali mezzi investigativi e giudiziari? E siamo proprio sicuri che andarsi ad addestrare nei campi di al Qaeda non sia da considerarsi un reato per le nostre leggi?

Le 7 vittime innocenti di Mountauban e Tolosa sono i danni collaterali della superficialità delle autorità francesi e del politically correct multiculturale. Precisiamo che qui non s'intende mettere in discussione il modello aperto e tollerante delle società occidentali, quel modello grazie al quale persone di razze, culture, religioni e idee diverse possono convivere in modo pacifico e civile. Per multiculturalismo intendiamo quell'ideologia buonista che ci impedisce di riconoscere minacce terroristiche che covano nel seno delle nostre società; per cui culture diverse possono tranquillamente convivere fianco a fianco anche senza integrarsi, senza condividere nemmeno alcuni valori basilari; che vede nell'"Altro", nel diverso culturalmente, sempre e inevitabilmente qualcuno da cui imparare, qualcuno migliore di noi, e mai, in nessun caso, qualcuno che ci odia, che ci considera nemici da massacrare. C'è una cultura diffusa che rifiuta a priori persino di ipotizzare che nell'"Altro" possa annidarsi una minaccia, salvo puntualmente venire smentita dai fatti. Ma guai a pensare il contrario, guai, si finisce per essere tacciati di razzismo.

Quella di Merah «non è una storia di degrado e povertà, il suo non era odio sociale ma ideologico, intriso di propaganda qaedista. Si era addestrato in campi all'estero, aveva scelto la strada della jihad». Parole dell'ex ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner, intervistato dal Corriere. Cercavano il nazista, e il nazista era Merah, un ragazzo maghrebino, nero, di religione islamica.

2 comments:

Anonymous said...

I francesi organizzano spargimenti di sangue in tutto il continente africano e Fillon ciancia di rispetto dello stato di diritto?Sono commosso da tanto ipocrita rispetto per la libetà individuale,del resto neanche negli USA i terroristi che non volevano imparare ad atterrare avevano destato il giusto allarme.Quindi temo che i vari servizi segreti siano preda di clamorose inefficienze,forse dovute alla scarsa familiarità col terrorismo.
Toni

Frank77 said...

In realtà stando a quello che racconta il Foglio,molto probabilmente l'estremista lavorava per i servizi segreti.
Quindi si tratterebbe di una cappella colossale combinata da questi ultimi:

http://www.ilfoglio.it/soloqui/12779