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Friday, June 15, 2012

Dialogo tra sordi. Perché hanno ragione i tedeschi

Sottovalutazione, errori, miopia, interessi di corto respiro, hanno contraddistinto la prima fallimentare risposta europea alla crisi del debito. E non c'è dubbio che Germania e Francia portino il peso delle responsabilità maggiori: delle risposte inadeguate, non della crisi. Ma adesso le questioni sono più chiaramente sul tavolo. E c'è da sperare - anche se non m'illudo - che dopo l'intervento del presidente della Bundesbank Weidmann, oggi sul Corriere, e gli interventi ormai quotidiani della Merkel, sapremo aprire gli occhi e abbandonare questo demagogico coro anti-tedesco che domina il nostro dibattito sulla crisi. Weidmann indica un bivio:
«... rientrare nel quadro normativo di Maastricht, basato sulla responsabilità individuale di ogni Paese per la politica fiscale nazionale. Oppure compiere un "balzo in avanti" riguardo a una maggiore integrazione. Perché non possiamo dire, da un lato, che ci fondiamo sulle politiche fiscali nazionali, e, dall'altro lato, mettere progressivamente in comune i rischi senza controllo, minando con questo il quadro legale esistente. Alla fine è sempre una questione di equilibrio fra il debito comune e il controllo».

«Secondo me bisogna essere realistici riguardo alle soluzioni. E distoglie l'attenzione se si parla soltanto di Eurobond senza parlare anche di un controllo centralizzato. Il governo tedesco sta spingendo per un'unione fiscale, un sistema comune di politiche di bilancio, cercando di trovare una soluzione. E apprezzerei molto se il presidente Hollande aprisse il dibattito e discutesse sia del debito comune, sia di cessioni di sovranità e della via comune verso questa nuova unione politica. Ma chiedere soltanto gli Eurobond non ci porta da nessuna parte».
Poi un paradosso indicativo: il 58% dei tedeschi si dichiara favorevole ad un'integrazione politica maggiore, mentre più negative sono le opinioni pubbliche di quei Paesi «che richiedono con maggiore forza una mutualizzazione dei rischi e del debito, come Francia, Italia, o Spagna».

La Germania ha una visione politica-istituzionale, nel senso di una maggiore integrazione, come soluzione - certo di lungo termine, e ovviamente più difficile e faticosa - della crisi. Mentre altri, come la Francia (e in misura minore anche l'Italia), hanno pronti piani anti-crisi di "paccate" di miliardi, velleitari perché nulla indica che nel frattempo verrebbero risolti i problemi delle economie nazionali. Parlano di Eurobond e Bce come la Fed, ma tacciono quando i tedeschi rispondono - giustamente - che se si vogliono "federalizzare" i debiti e condividere i rischi, allora ci devono essere più controlli, più vincoli economici e politici, insomma una ulteriore cessione di sovranità e una vera unione fiscale, politiche di bilancio comuni. Altrimenti, si sta semplicemente chiedendo ai contribuenti tedeschi di garantire i debiti altrui.

Chiedono gli Eurobond, i "federalisti" del debito, ma sulla cessione di sovranità e l'unione fiscale e politica che dovrebbero accompagnarli, anzi precederli, fanno orecchie da mercanti. I tedeschi vogliono più Europa, gli altri solo più soldi per evitare dolorose riforme. A Berlino bluffano perché sanno che i francesi non cederanno mai altra sovranità? Può darsi, ma chi vuole "mutualizzare" i debiti, se non è in malafede, non può non andare a vedere le carte. Si può essere d'accordo o meno con una maggiore integrazione, con maggiori vincoli - io, per esempio, la temo - ma se si è contro non si possono certo pretendere Eurobond e altre forme di condivisione dei rischi dietro garanzia tedesca.

2 comments:

Anonymous said...

Stasera Mario Monti, intervistato dal terreo duo di Rep, ha spiegato (come anche al preoccupatissimo, di non venir rieletto, Obama) che la salda posizione tedesca è sostenuta da una filosofia morale che considera la crescita come naturale risultato di comportamenti virtuosi a livello statale, imprenditoriale e personale.

GIUSTISSIMO! SACROSANTO!

Significa che ogni altra soluzione è solo: AZZARDO MORALE!

Perciò, conoscendo la parassitaria classe dirigente politica, burocratica ed imprenditorialparastatale che ci ritroviamo, ...
siamo spacciati.

Anonymous said...

Quello che occorre è, una volta per tutte, una banca centrale che faccia il suo mestiere, come avviene in tutti i paesi del mondo, che sia prestatore di ultima istanza. La speculazione non può agire contro la banca centrale, per la semplice ragione che la Bce ha risorse illimitate (a differenza degli speculatori).