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Tuesday, March 19, 2013

Italia, Europa: stessa maionese impazzita

Anche su Notapolitica e L'Opinione

Come non intravedere una qualche sinistra corrispondenza tra il delirio di cui ogni volta che c'è da assumere una decisione sembrano preda i vertici europei e quello cui assistiamo ogni giorno nella caotica realtà politica, istituzionale ed economica italiana?

IN ITALIA - L'elezione dei presidenti di Camera e Senato proposti dal Pd non cambia il segno di questa fase politica, che vede Bersani inseguire Grillo e questi rigettare ogni ipotesi di accordo per la nascita di un governo. I nomi di Boldrini e Grasso servivano proprio a lusingare gli istinti grillini e in parte ci sono riusciti. E' stata definita una vittoria di Bersani, ma si può chiamare così il prolungamento di un'agonia? Certo, la linea del segretario è uscita rafforzata, è riuscito ad aprire una breccia nella rappresentanza parlamentare del M5S, a farne esplodere le contraddizioni, ma il Pd si sta infilando in un vicolo cieco dal quale è sempre più difficile che riesca a far uscire se stesso ed il paese. L'elezione dei presidenti Boldrini a Grasso non aumenta di uno zero virgola le chance di veder nascere un governo Pd-Monti con l'appoggio esterno del M5S, ma chiude quasi del tutto le porte a qualsiasi altro tentativo di dare un governo al paese evitando l'immediato ritorno al voto.

E loro stessi, i neo presidenti, sono sintomi del vero e proprio impazzimento politico-istituzionale che il nostro paese sta vivendo. Solo tre mesi fa Grasso era niente meno che il procuratore nazionale antimafia, non un magistrato qualunque. Era già improprio che si candidasse alle elezioni, oggi è addirittura presidente del Senato. Della serie, una Repubblica fondata sulle procure. Laura Boldrini è una signora che ha usato il suo incarico in un organismo internazionale per fare opposizione politica al governo del suo paese. Legittimo, ma è stata premiata per quello. Se da portavoce dell'UNHCR lanci critiche così violente contro il governo del tuo paese, fino a farne un caso "europeo", e dopo pochi mesi ti candidi, vieni eletta e diventi presidente di una Camera proprio contro la parte politica che avevi accusato, diventa forte il sospetto che le tue critiche fossero frutto di un pregiudizio politico, piuttosto che di valutazioni di merito. Apprezzabili o meno, i discorsi di insediamento di Boldrini e Grasso erano totalmente fuori luogo. Discorsi "programmatici", un'orgia di retorica con accenti addirittura palingenetici rispetto ai mali e ai vizi della nostra società e del mondo intero, che inducono a chiedersi seriamente se queste persone siano davvero consapevoli della natura istituzionale del compito che sono stati chiamati a svolgere.

Per non parlare della definitiva "caduta in politica" di Mario Monti. Veniamo da una tre giorni, infatti, da cui è emersa anche tutta la meschinità di colui che doveva essere il "salvatore della patria". Dei suoi errori di politica economica e dei suoi bluff sulle riforme ci eravamo ormai accorti un po' tutti. Ma il duplice disperato tentativo, in rapidissima sequenza, prima di occupare la poltrona di presidente del Senato, respinto da Napolitano, e poi di ottenere il sostegno alla sua corsa per il Colle, gettano un'ombra persino inquietante sulla reale statura del personaggio, se pensiamo all'aura di credibilità e spirito di servizio che lo circondava solo pochi mesi fa.

Il Pd, da parte sua, va avanti come un treno con il suo disegno di occupazione delle istituzioni, forte (o debole?) del 25% dei voti sul 72% dei cittadini che si sono espressi (cioè il 18% reale): dopo Camera e Senato, ora la presa del Quirinale. Palazzo Chigi subito, con la complicità dei grillini, oppure fra tre mesi, dopo il vero e proprio salto nel buio del ritorno al voto. In ogni caso, il paese è bloccato sul dilemma della sinistra: come cavare il massimo di potere, che avevano cominciato ad assaporare, con il minimo dei voti ottenuti. Sono condannati ad inseguire un movimento anti-sistema che parla di decrescita, perché prendere atto dei numeri usciti dalle urne e far prevalere la responsabilità di dar vita ad un governo "costituente" presupporrebbe scendere a patti con il nemico che continuano a demonizzare e che vorrebbero vedere in galera. Insomma, la sinistra gioca allo sfascio non solo quando è all'opposizione, quando per delegittimare l'avversario è pronta a offrire in pasto anche l'immagine del paese, ma anche quando è chiamata ad essere forza di governo.

E IN EUROPA - Se l'Italia è una maionese impazzita, l'Europa non è da meno. Ci riferiamo all'incredibile decisione di Ue, Bce e Fmi di rapinare, perché di questo si tratta, i correntisti ciprioti. Il piano di salvataggio di Cipro, infatti, sarebbe condizionato ad un prelievo forzoso sui conti correnti e di deposito. Noi italiani l'abbiamo sperimentato con Amato nel 1992 (lo 0,6%), ma in questo caso si parla di percentuali che variano dal 6 al 15% delle somme depositate. Dopo aver trasformato una crisi periferica come quella greca in una crisi sistemica capace di contagiare l'intero sistema finanziario europeo, e quindi di minacciare la tenuta stessa dell'euro, con Cipro si rischia di ripetere lo stesso errore. La Grecia sarà un "caso unico", si diceva, ma se i "casi unici" cominciano ad essere due, si rischia di non venire più creduti. Possibile che per 10 miliardi di euro a Cipro l'Europa sia pronta a rischiare una "corsa agli sportelli" stile 1929 in Spagna, Portogallo e Italia?

La peculiarità della realtà economica e finanziaria di Cipro (le vivaci proteste di Putin e Medvedev rivelano i cospicui interessi russi) non è un'attenuante per l'Ue. Il prelievo forzoso ai danni dei correntisti calpesta i principi su cui l'Europa dovrebbe essere fondata. E se è vero che non resta altra soluzione, la colpa dell'Ue è aver permesso a Cipro di continuare ad essere un centro finanziario offshore dentro l'Eurozona. Com'è stato possibile?

E' forte la sensazione che stiamo oltrepassando un punto di non ritorno sulla strada del fallimento del progetto europeo. Un fallimento politico-istituzionale, per l'incapacità a darsi istituzioni funzionanti, e democratiche, e persino a realizzare l'obiettivo minimo dell'integrazione monetaria ed economica. E un fallimento ideale, dal momento che la confisca di cui si parla è un furto legalizzato, degno di un impero medievale o di una Unione di repubbliche sovietiche. Era difficile, ma stiamo riuscendo a far rivivere l'Urss in Occidente.

Se poi a tutto questo aggiungiamo l'Alto rappresentante per la politica estera Ue che non prende posizione nella disputa legale tra l'Italia e l'India, le cui autorità hanno disposto il sequestro del nostro ambasciatore, allora la misura dell'inutilità europea è colma.

Siamo entrati in Europa, e nell'euro, per essere noi italiani, da sempre scapestrati, un po' più europei, ma vediamo che decennio dopo decennio è l'Unione europea che sta diventando più "italiana". Nel perseverare in un modello economico e sociale insostenibile; nell'elefantiasi burocratica; nella lontananza dei decisori pubblici dalla realtà dei cittadini; nello stallo politico-istituzionale; nella follia dei processi decisionali; nel calpestare i fondamenti dello stato diritto. E' la peste italiana a diffondersi in Europa, non le "best practice" europee ad essere importate in Italia.

6 comments:

Demata said...

Pienamente condivisibile.

Anonymous said...

Certo mettere le mani sulla poltrona di Presidente della Repubblica sarebbe una bella vittoria per un partito così poco rappresentativo come il PD.Monti ha iniziato a seppellirsi nell'istante stesso della sua "salita" in polica,raccoglie ora i frutti e mostra le debolezze di un collezionista di fallimenti che ha goduto di ottima stampa.In effetti l'unione Europea viene in qualche caso chiamata EURSS,non senza motivo purtroppo.
Toni

heavymetal said...

Bravo Punzi . Un post ineccepibile. Adesso le propongo un passo ulteriore. Il piano b. Dopo la fine dell'euro non potremo ricominciare con le svalutazioni competitive e l'inflazione.
Www.usemlab.com per andare oltre partendo da un denaro onesto. Sound money contro paper money. Valori solidi contro valori effimeri.

Anonymous said...

analisi parzialmente condivisibile.
io però sono sincero fautore dell'accordo PD - M5S.
in fin dei conti la decrescita potrebbe essere il primo caso in Italia di mantenimento delle promesse elettorali :-)
raf

heavymetal said...

Crescita vs decrescita. Decrescita vs crescita.
In ogni caso una decisione presuntuosa dall'alto.
La decrescita e' l'ultima frontiera dell'ingegneria sociale.
Avremo la decrescita di stato. Decrescita pubblica come acqua pubblica, cultura pubblica, tv pubblica, scuola pubblica, impresa pubblica, ... Cioe' tutto statale o di stato.

Ma non sarebbe molto meglio provare a lasciar fare alle persone? Chi vuol crescere cresca chi vuol decrescere decresca. Ma che siano le persone a deciderlo e non un altro pianificatore centrale come quelli che abbiamo gia' tante volte sperimentato. Come quelli che hanno calato dall'alto l'euro e l'eurozona. Come quelli che decidono le politiche monetarie, le banche centrali ed i politici statalisti.

Lo stao sono loro. Noi siamo il libero mercato, la democrazia dei consumatori. Siamo noi che decidiamo chi riuscira' e chi fallira'. Invece loro tengono in vita gli zombie. Troppo grandi per fallire anche se lo meriterebbero per le porcate fatte. Troppo grandi per finire in galera. E cosi' per salvare gli zombie sacrifichiamo i cittadini, i piccoli imprenditori, ...

Parole che non troveranno seguito in questo paese statolatrico. Pazienza.
Avremo cio' che meriteremo.

heavymetal said...

From the FT and Reuters:

Mr Medvedev said the EU and Cyprus had acted “like an elephant in a China shop”.

“All possible mistakes that could be made have been made by them,” he added.
"We are living in the 21st century, under market economic conditions. Everybody has been insisting that ownership rights should be respected.”
Mr Medvedev also criticised the decision to freeze the Cypriot banking system, and not just withdrawals from troubled banks, warning that if this continued for any length of time it could “result in losses . . . even bury the whole banking sector of Cyprus. It will cease to exist,” he said.
The proposed bank levy, rejected by the Cypriot parliament on Tuesday, had a "clearly confiscatory, expropriating character," RIA quoted him as saying - remarks that echo earlier criticism by Russian President Vladimir Putin.
It was, Medvedev said, "absolutely unprecedented".
"I can only compare it some of the decisions taken ... by Soviet authorities, who did not give a thought to the savings of the population."