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Thursday, July 21, 2005

Jefferson e l'esportazione della democrazia

Il Corriere della Sera ha tradotto questo articolo di Christopher Hitchens apparso qualche giorno fa sul Wall Street Journal. Un testo rivolto ai critici dell'esportazione della democrazia che ci introduce ai principi racchiusi nei testi costituzionali americani di cui Jefferson fu uno dei principali artefici: il termine democrazia, il rivoluzionario «consenso dei governati», il pluralismo religioso e la separazione tra Stato e chiesa, il secolarismo come condizione, la necessità che la democrazia fosse «da esportazione» e in grado di difendere se stessa (Leggi tutto).

Il ragionamento di Hitchens parte da una domanda:
«Il frequente accostamento del nome "Jefferson" al termine "democrazia" mostra che l'esempio dato da Jefferson è sopravvissuto all'uomo. Fino a che punto Jefferson merita un'associazione di idee tanto lusinghiera?»
Jefferson era «un grande estimatore» del libro di Thomas Paine "I diritti dell'uomo", che per primo investì il termine democrazia di un «significato nobile», ma pubblicato nel 1791 non poté ispirare la stesura della Dichiarazione.
«Nei celebri enunciati di apertura, Jefferson sostituì all'enfatica triade formulata da John Locke, «vita, libertà e proprietà», un'espressione assai più lapidaria... La proprietà come condizione del diritto di voto era destinata a resistere per molto tempo ancora in numerosi Paesi europei e il principio della proprietà in sé sarebbe stato riaffermato a Filadelfia nei dibattiti sulla Costituzione, ma il nesso tra proprietà e diritti naturali era stato definitivamente compromesso. Una seconda espressione, "il consenso dei governati", insinuò nei lettori della Dichiarazione l'idea che il popolo fosse sovrano e che la sua "felicità" spodestasse qualsiasi pretesa oligarchica o divina».
«C'è oggi chi ritiene possano esistere democrazie cristiane, musulmane o ebraiche ma Jefferson era convinto che democrazia significasse pluralismo religioso e conseguentemente separazione tra Stato e chiesa. Il suo "Statuto della Virginia sulla libertà religiosa", che vietava l'imposizione di decime religiose, sta alla base del fondamentale Primo emendamento della Costituzione americana. Sarebbe stata, forse, possibile una democrazia protestante nelle Americhe, allungata a ridosso della East Coast, tra l'oceano e le montagne, ma per avere un ampio elettorato multietnico e multiconfessionale occorreva porre il secolarismo come condizione.

Era inoltre necessario che la democrazia fosse "da esportazione" e in grado di difendere se stessa. "Possa essere rivolto al mondo - scriveva Jefferson nella sua ultima lettera, 24 giugno 1826 - e credo che lo sarà (ad alcuni prima, ad altri poi, infine a tutti), l'esempio di uomini che si levano a spezzare le catene nelle quali ignoranza e superstizioni pretesche li avevano persuasi a costringere se stessi, uomini che scelgono i benefici e la sicurezza dell'autogoverno". Non si può dire che lo stesso Jefferson sia stato del tutto coerente su questa linea - la rivoluzione haitiana lo terrorizzò - ma è vero che si identificò con i democratici di altri Paesi e ritenne che l'America dovesse schierarsi al loro fianco.
(...)
Da allora, tutti i maggiori regimi tirannici del mondo sono stati costretti ad assumersi quantomeno il rischio di un confronto con gli Usa e ci si augura che i jeffersoniani tra noi continuino a far sì che questa realtà non cambi».

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8 comments:

Anonymous said...

Leggi JimMomo.
Leggi, accendi il cervello e comincia a ragionare....:
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=7606

JimMomo said...

L'errore logico è che Nixon e Kissinger non si definirono mai, e non sono mai stati, «gentiluomini esportatori di democrazia senza filtri». La loro politica risponde alla visione nazionalista e realista della politica estera americana, i cui esponenti si sono per lo più opposti alla politica estera di Bush, fondata invece sull'esportazione della democrazia teorizzata dai neocon con riferimenti che vanno da Wilson e Roosevelt fino a Reagan. Se non si conosce quasta basilare differenza nella politica estera americana, si incorre in errori assai banali.

saluti

Anonymous said...

Invece, "dire" di esportare la Democrazia, e comportarsi come Nixon E Kissinger, cambia tutto...

Anonymous said...

Scusa se insisto, Jim, ma la differenza è solo formale non sostanziale.
Ossia: ipocrisia.
Un po' come berlusconi che dice che l'economia va bene, un po' come gli struzzi, insomma, raccontiamoci le favole e volemose bene...
Purtroppo ho perso il link, ma c'è un'informativa della CIA in cui il presdidente esportatore di democrazia voleva inviare ex- agenti CIA in Iraq per fasr sì, in qualunque modo, che gli Sciiti non avessero la maggioranza assoluta nel Parlamento iracheno... libere elezioni...

Anonymous said...

"Purtroppo ho perso il link, ma c'è un'informativa della CIA in cui il presdidente esportatore di democrazia voleva inviare ex- agenti CIA in Iraq per fasr sì, in qualunque modo, che gli Sciiti non avessero la maggioranza assoluta nel Parlamento iracheno... libere elezioni..."

Addirittura! Caspita, e riusciresti anche a darmi il link dell'informativa della Cia in cui si consigliava agli ebrei di non essere presenti nel WTC l'11 settembre 2001?? Assimilare Kissinger e Nixon all'attuale orientamento di politica estera americana vuol dire avere capito ben poco della medesima.

Anonymous said...

Eccone un altro.
No, non ce l'ho.
E quindi?

Sai rispondere in questo modo?
ce l'hai il link della CIA in cui gli USA sapevano dell'attaco di Perl Harbor?
Scegli le cose a cui credere in base alla loro utilità alla tua teoria precotta?
Così non si avnaza, gambero...

Anonymous said...

Guarda, le teorie precotte sono parte integrante dei modelli cospirazionisti quale e' il tuo. Io preferisco arretrare piuttosto che "progredire" secondo i tuoi canoni. Stammi bene, e mi raccomamdo, raccogli prove su chi è il mandante delle bombe di Londra, vedrai che alla fine scoprirai che è Rove, con advisory di Cheney e seduta spiritica del generale Custer.

Unknown said...

che dibattito ricco di nozioni e povero di umanità...