Pagine

Sunday, July 17, 2005

Qualche giorno e vedremo Saddam alla sbarra

In mondovisione ci auguriamo

Buone notizie dall'Iraq, per chi da sempre sottolinea la necessità di far vedere agli iracheni, e a tutti gli altri popoli arabi, di chi e di cosa si sono liberati. Il tribunale speciale iracheno che giudicherà Saddam Hussein e gli altri gerarchi del regime ha annunciato oggi che il processo potrebbe cominciare a giorni e che sono state presentate le prime incriminazioni per crimini commessi quando era presidente dell'Iraq.

Proprio l'altro giorno discutevamo con Regimechange della necessità che partisse il prima possibile il processo a Saddam. Per l'impatto che potrebbe avere il processo al dittatore, far venire fuori pubblicamente, in diretta televisiva in tutto il mondo arabo, tutti i crimini, le fosse comuni, i collegamenti con al Qaeda, è troppo importante per rinunciarvi o farlo sotto tono. «Per arrestare la semina dell'odio da parte del fondamentalismo islamico» occorre anche un'offensiva mediatica che sappia conquistare i cuori e le menti del mondo arabo. «Oltre all'alleanza occidentale di cui ha brevemente beneficiato in chiave anti-iraniana Saddam non ha nulla a cui appigliarsi per mettere in difficoltà» gli americani.

Dell'"attrazione fatale" che potrebbe esercitare nel mondo arabo e musulmano una C-Span irachena che trasmetta via satellite i lavori dell'assemblea costituente irachena tratta un articolo di Reuel Marc Gerecht di qualche mese fa sulla rivista neocon Weekly Standard. Oggi, a maggior ragione, non dovrebbe sfuggire l'occasione del processo a Saddam.
«Just imagine the possibilities of pan-Arab dialogue when Iraq begins to broadcast the debates within the new national assembly... If the Bush White House were wise, it would ensure that all parliamentary debates are accessible free via satellite throughout the entire Middle East. Such Iraqi C-SPAN coverage could possibly have enormous repercussions. For just a bit of extra money, Washington should dub all of the proceedings into Persian, remembering that Baghdad's echo is easily as loud in Tehran as it is in Amman and Cairo. The president has stated that he wants to stand by those who want to stand by democratic values. This is easily the cheapest and one of the most effective ways of building pressure for democratic reform».
Christan Rocca riprendeva quegli argomenti, appellandosi (inascoltato) a Berlusconi per un impegno concreto che coinvolgesse il governo italiano.
«Ascoltare i leader eletti discutere liberamente il futuro dell'Iraq è la più potente tra le armi di attrazione di massa a disposizione dell'occidente... Berlusconi ha i mezzi, l'esperienza, la capacità e la follia necessarie e indispensabili per avviare una mega Radio Radicale televisiva che via satellite trasmetta i lavori della Costituente irachena in tutto il mondo arabo e, con traduzione simultanea, anche e soprattutto, nell'Iran sciita...»

4 comments:

Anonymous said...

A me non sembra che un processo ad un uomo debba poter essere usato come strumento di propaganda .
O si crede davvero che il mondo arabo possa simpatizzare con le democrazie classiche tramite un tribunale di comodo , a verdetto già scritto e lo scialbo fascino della cosiddetta giustizia dei vincitori ?
Tradiamo i nostri principi e le nostre uniche risorse culturali esportabili , diritti e garanzie , per ottenere ribrezzo ed un martire.
Magari in mondovisione.
C'è del marcio nel dejavù dei neoGiusti:una ingenuità muscolare ed antistorica che si ostinano a non voler perdere.

Jetset - Libere Risonanze said...

Credo invece che un'offensiva mediatica in tal senso sia per lo meno auspicabile. Ricordiamoci che da sempre i regimi, così come i tiranni ed i gruppi eversivi temono la diffusione di informazioni e la libertà di parola perché contaminante. E' esattamente per questo motivo che i gruppi terroristici islamici non sopportano la presenza di un governo democratico in Iraq. La diffusione degli ideali di civiltà e delle immagini di tiranni caduti nella polvere trova tanta più veicolazione quanto più si espande nell'etere. Ricordiamoci inoltre che a causa della loro morfologia, della vastità dei luoghi, dell'isolamento dei villaggi e della situazione politica, le informazioni in Medio Oriente faticano ad espandersi. L'etere invece costituisce il mezzo ideale per un'efficace informazione a tutto campo, specialmente perché è in grado di alimentare la speranza tra tutti quei musulmani i quali vogliono abitare in un paese tranquillo. Le nostre armi, quelle dei paesi democratici, sono proprio l'informazione e la capillarità. Diffondiamo la forza delle immagini con i mezzi a nostra disposizione senza fare gli schizzinosi, perché il kamikaze non si fa esplodere tra cento bambini non si pone problemi di moralità.

Jetset - Libere Risonanze said...

P.S: a ricchiuti

Il verdetto è gia stato scritto perché Saddam lo ha da tempo scritto per se stesso. Non lo abbiamo implicato noi, è stato lui a mettersi da solo in questa situazione. Non puoi dire per un assassino alla sbarra che il verdetto è già scritto lasciando intendere una responsabilità della giuria per non poter decidere altrimenti. La percezione dell'ovvietà della pena trova riscontro nell'incontestabile ovvietà della responsabilità.

Anonymous said...

Quando il reato è tale perchè si è deciso a posteriori che debba esserlo,non vi sono innocenti,colpe,responsabilità,giurie.
Solo un plotone d'esecuzione.
Continuate a sottovalutare l'intelligenza di cose e fatti da parte delle persone.
Il tribunale speciale per l'esecrazione di Saddam sarà l'ennesimo monumento alla vanagloria dei vincitori ed il solito boomerang propagandistico.
Senza contare l'ennesimo tradimento alla nostra tradizione di Diritto etc.
Ma queste sciocchezzuole qui ormai non valgono più perchè sono già tutte in conto.