«(...) E' tutto qui il mio pensiero di comunista non pentito e, per di più, non credente. E quando assisto a certe dispute provo una forte nostalgia per Gramsci e per Togliatti. Allora il grande problema storico (non ideologico) era molto diverso da adesso, ma una qualche analogia c'è. Allora bisognava dare una base democratica e quindi di massa allo Stato italiano dopo il fascismo. Bisognava quindi coinvolgere le masse popolari, in larga parte cattoliche. Gramsci aveva salutato la nascita del Partito Popolare di Don Sturzo come il più grande fatto politico dell'epoca... Togliatti votò l'articolo 7 (la costituzionalizzazione del Concordato) e al tempo stesso creò un partito di massa aperto ai cattolici in quanto chiedeva solo una adesione al programma e non ad una ideologia materialista...».
Alfredo Reichlin, (il Riformista, 4 gennaio)
Questo signore è il presidente della commissione Manifesto del Partito democratico, un gruppo di lavoro incaricato di redigere una carta dei valori del nuovo partito. Quel partito, di cui Reichlin è così autorevole esponente, sarà democratico quando per i suoi dirigenti Togliatti sarà "innominabile".
No comments:
Post a Comment