Li aveva avvisati Mastella, dimettendosi: appoggio esterno, «ma saremo esigenti». Così adesso l'Udeur mette la maggioranza con le spalle al muro: chiede una mozione in cui si approvi la relazione sulla giustizia dell'ex ministro Mastella, o sarà crisi di governo.
La relazione di Mastella, se nulla fosse accaduto in questi giorni, sarebbe stata approvata senza troppi problemi. Ma approvarla adesso, qualunque cosa ci sia scritto, significa comunque approvare la relazione di un ex ministro della Giustizia inquisito, con la moglie agli arresti, che ha duramente attaccato la magistratura. Motivo di imbarazzo per l'intera maggioranza, ma soprattutto per quei settori giustizialisti, da Di Pietro alla sinistra comunista, fino alla Sinistra democratica, che Mastella vogliono vederlo morto politicamente. Eppure, per far sopravvivere Prodi, si trovano costretti a votare l'ultimo atto politico del loro "nemico" giurato.
Così Prodi, che prendendosi l'interim aveva furbescamente derubricato il caso Mastella a vicenda privata, mentre l'ex ministro aveva voluto sollevare un duro atto di accusa, non potrà più fuggire e sembra costretto a dover scegliere tra i voti dell'Udeur e quelli di Di Pietro. In tutto questo, al Senato la prossima settimana arriverà la mozione di sfiducia nei confronti del ministro Pecoraro Scanio per lo scandalo rifiuti. E qualcuno, nell'Udeur, potrebbe chiedersi: perché Mastella è a casa e Pecoraro Scanio ancora al suo posto?
Come si salverà Prodi questa volta?
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