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Friday, February 22, 2008

Va di lusso ai radicali

[Premessa: i radicali godono di un'ottima copertura mediatica. Pensate cosa si sarebbe detto se fosse stato Mastella a chiedere 15 seggi e 5 milioni di euro per concludere un accordo elettorale, senza alcun riferimento e preoccupazione per il programma da sottoscrivere. Comunque, una volta, un paio di anni fa, la sola presenza dei radicali sarebbe stato per me motivo sufficiente per appoggiare e votare qualsiasi lista in cui si fossero trovati. Non più oggi, alla luce dell'esperienza del Governo Prodi. Sarà bene ricordare che qui non ci si era illusi che Prodi potesse realizzare quelle riforme liberali necessarie al nostro Paese, ma si confidava nel fatto che i radicali (almeno loro, se non i socialisti dello Sdi) in Parlamento, e per la prima volta al governo, non avrebbero rinunciato a denunciarne gli errori e a rilanciare l'alternativa liberale, non appiattendosi, invece, su qualsiasi scelta governativa per accreditarsi come "affidabili"; insomma, che costituissero una garanzia. Non hanno avuto il coraggio di porre alcuna questione come pregiudiziale politica, nemmeno nel caso dell'esclusione dal Senato. Certo, all'opposizione (com'è probabile che si troveranno dopo queste elezioni) sarà più facile per loro non appiattirsi sulle posizioni del Pd e di Veltroni - e spero in un loro rilancio - ma per me vale l'atteggiamento remissivo e il mediocre livello degli eletti fin qui dimostrati, che proprio da loro non mi sarei mai aspettato.]

Oggi sul nuovo Ideazione quotidiano:

Nove deputati; un ministro in caso (remoto) di vittoria del Pd; 3 milioni di euro in 5 anni (600 mila l'anno); qualche spazio in tv. E passa la paura. Emma e i ragazzi si sono sistemati, l'hanno vinta sul Papà-Pannella che avrebbe voluto continuare a coltivare il sogno di una battaglia solitaria contro tutti, contro “Veltrusconi”. Ma dopo aver gettato al vento occasioni d'oro - come nel biennio 1999-2001, in seguito a quel grande successo dell'8,5 per cento preso alle elezioni europee - negli ultimi anni Pannella si è piegato ad un paterno realismo, pensando anche al futuro dei suoi “ragazzi”. Una signora offerta quella del Pd, di quelle che non si possono rifiutare, anche considerando che l'alternativa era restare di nuovo fuori dal Parlamento. E i radicali, con lo stile che li contraddistingue, si sono persino permessi di accettarla mostrando di turarsi il naso (“Ci assumiamo la responsabilità di subire l'impostazione alternativa di inserimento di candidati radicali nelle liste del Pd, nonostante continuiamo a ritenerla meno efficace”). Ma non c'è ombra di dubbio che quella di ieri notte sia stata la decisione più sensata. Rimane un mistero, infatti, come un partito che ha sempre fatto del bipartitismo una bandiera, proprio oggi che le scelte di Veltroni e Berlusconi sembrano favorire la tendenza verso quel tipo di sistema, potesse impuntarsi come un cespuglio qualsiasi sulla visibilità del proprio simbolo sulla scheda elettorale.

Il vero dissidio, tra Emma e Marco, si è consumato all'inizio...


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4 comments:

Anonymous said...

concordo con la tua analisi.

io, nel mio stronzo piccolo, è una vita che predico la rifondazione radicale.

al commento...con malcelata ironia, aggiungo solo che le cronache radicali ( ma più correttamente, si dovrebbe parlare di cronache pannelliane ), a proposito degli 8 senatori trombati, narrano di un marco pannella che giunto in groppa ad un motorino innanzi a palazzo madama, vi si catapultò dentro, fece le scale a 4 a 4 e sporgendosi - con sprezzo del pericolo - dalla loggia destinata al pubblico non pagante...interruppe con veemenza la seduta appena iniziata, urlando peste e corna ai presenti, rei di aver lasciato fuori i senatori della rnp.

il presidente dell'assemblea, il mordace oscar luigi scalfaro, gli tolse subito la parola e "gentilmente", lo fece "accompagnare" fuori dai co...mmessi.

il temerario, si congedò lanciando l'estremo urlo...<< viva la costituzione!!! >>...gridò l'impavido pannella...<< auguri per la prossima volta >>, rispose il coriaceo oscar...

gli astanti rimasero allibiti.

diamine...come possiamo non considerare "pregiudiziale" questo estremo sacrificio politico di marco pannella?

quanto al mortale ma ben remunerato "salto della quaglia" posto in essere da pannella e soci...eccola la prossima volta di cui parlava l'oscar!

almeno qualcuno lo spera...

a tal proposito...con l'inchiostro simpatico ma il contrattino d'adesione al pd era già tutto scritto!!!

figuriamoci, la bonino che spavaldamente ha parlato con congruo anticipo di 15 deputati, garanzie illimitate su radio radicale, finanziamenti e quote tv, ricchi premi e cotilliones...

è proprio vero che il troppo strozza...

per non parlare dell'accomodante pannella, nello sproloquio andato in onda dai microfoni del congresso dell'associazione coscioni.

tra le righe, s'è capito subito che avrebbe smesso di correre da solo, anzi, che non avrebbe mai iniziato...da "un uomo solo al comando" ad "uomo solo che non comanda più".

concedetemi questa parafrasi perché secondo me...pannella folle com'è, votato all'autocelebrazione come è, autolesionista come è...se avesse insistito ancora un poco, alla fine non avrebbe ceduto.

avrebbe preferito autodistruggersi e con lui...la "sua" creatura radicale.

invece..."la ragione di partito"...che si scrive così ma si legge "bonino e la sua appendice cappato"...l'ha spinto a gettare la spugna.

dunque, da un lato abbiamo un pannella in puro stile "testimonianza", un leader figurato che non conta più niente, una stele eretta a memoria di sé.

dall'altro abbiamo l'arrendevolezza politica di una pavida bonino che diventa, ogni giorno che passa, sempre più simile alla classe politica di oggi giorno.

sulle appendici molli...c'è poco da dire.

pur aderendo alla premessa, dunque, credo proprio che il "rilancio" dei radicali non si avrà né con la rinnovata ottusità di pannelliana memoria...né con la realpolitik di stampo boniniano.

tramite l'opera di cappato - ovviamente - mai, nemmeno se lo dovessero miracolare.

più che di paventato rilancio radicale, pertanto, io casomai propenderei per l'ennesimo tentativo di ripresentare la stessa minestra riscaldata.

che si tradurrebbe - l'intuito radicale, lo abbiamo visto all'opera nel condiviso governo prodi - nella proposizione, se non remissiva accettazione, di un programma politico(?) che ha subito diversi fallimenti.

per questo ci vuole una rifondazione.

radicale in tutti i sensi.

mi va bene anche una rivoluzione che parta dall'interno.

diciamo...almeno un tenue ammutinamento...

speriamo che i radicali superstiti, non siano tutti dei pusillanimi.


ciao.

io ero tzunami...

abbraccio

Anonymous said...

Scusa Jim, dici "sapevo che Prodi avrebbe fatto schifo, ma speravo che i radicali lo dicessero" per motivare il tuo voto a sinistra due anni fa. Mi sembra una spiegazione allucinante.

Con tanta stima, kipponappo.

Anonymous said...

Votai "l'alternanza per l'alternativa".

Ne ebbi personalmente più tasse, più rabbia e più incertezza.

Lor signori invece 9 deputati, un ministro e tre milioni di euro.

Ne concludo con Berlusconi: fui un coglione!

JimMomo said...

Mi ritrovo più nel riassunto di offtopic che nel tuo, kipponappo.

Votai "l'alternanza per l'alternativa". Ma vedo che i radicali si sono accontentati della prima e, anzi, ci stanno benissimo.