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Tuesday, February 12, 2008

Berlusconi e Veltroni resistano alle sirene dei partitini

Resistete, Berlusconi e Veltroni. Resistano ai partitini che reclamano un posto al sole. Rimangano coerenti con la scelta di correre da soli a vele spiegate verso il bipartitismo e verranno premiati dagli elettori.

In appoggio dell'Udc è scesa in campo persino la Cei, attraverso il direttore di Avvenire intervenuto sere fa al Tg1: lo scudo crociato compaia apparentato al PdL. Alcuni tra i più stretti consiglieri di Berlusconi spingono per ammorbidire la posizione del Cav. su Casini, ma ci auguriamo che mantenga la sua posizione di fermezza: dentro o fuori. E pare che stasera, a Porta a Porta, l'abbia ribadita, spiegando che se Casini dovesse far parte della coalizione ma non della lista unitaria, «non ci sarebbe garanzia di coesione e si tornerebbe alla scorsa legislatura, quando di fronte a svolte di modernità, i partiti, spesso il suo, si sono messi di traverso».

Ci sono tutte le condizioni, grazie ai premi di maggioranza alla Camera e al Senato, e alla decisione di Veltroni di far correre da solo il Pd, perché Berlusconi possa vincere le elezioni facendo a meno dei voti dell'Udc, la cui insidiosa utilità marginale verrebbe sapientamente utilizzata, come in passato, come strumento di ricatto. E così vedremo finalmente quanto la forza parlamentare e la visibilità dell'Udc derivi da un effettivo consenso popolare e quanto, invece, Casini abbia tratto beneficio dal collegamento con Berlusconi.

Insomma, gli elettori che fino ad oggi hanno preferito votare l'Udc come dato di distinzione interno alla CdL, la voterebbero comunque sapendo di non sostenere più con il loro voto "Berlusconi presidente"? Ha portato più voti l'Udc alla CdL o l'appartenenza a una coalizione guidata da Berlusconi all'Udc? Lo sapremo presto.

Altrettanto dicasi per Veltroni. Resista alle tentazioni e ai consigli interessati dell'ultima ora. Ambiguo l'atteggiamento dei grandi giornali - su tutti il Corriere - che fino a ieri invocavano coraggio, cambiamento, semplificazione del quadro politico, e ora sembrano indulgere nel difendere le ragioni dei "piccoli" contro la furia dei "cattivoni", Pd e PdL, che vorrebbero farli fuori.

Imbarcando i partitini rimasti senza copione Veltroni non aggiungerebbe nulla, né in termini di voti, né di politiche, né di idee, al Pd. Anzi, smentirebbe nei fatti la scelta di correre «liberi, non da soli», novità politica di queste elezioni. Non si tratta di temere di introdurre ulteriori contraddizioni (che già sono tante) nel Pd, ma perché mai complicarsi la vita garantendo la mera sopravvivenza di alcuni apparati che ormai, se non presso le loro ristrette clientele, non hanno alcun seguito nella società italiana, né più alcun senso della realtà e dei problemi dei cittadini?

I socialisti non solo non hanno una politica "socialista", non hanno uno straccio di politica. I radicali, spiace dirlo, hanno dilapidato in modo scellerato la loro credibilità e la loro radicalità cercando di accreditarsi come efficienti e affidabili funzionari alla corte di Prodi e rinchiudendosi nel ghetto dei diritti civili. Di Pietro in effetti ha un suo spazio elettorale, ma esprime una cultura giustizialista e forcaiola che speriamo non appartenga al Pd.

Non diano peso, Berlusconi e Veltroni, a strani e orientati sondaggi che in questi giorni sparano cifre improbabili, e ne spareranno ancor di più nelle prossime settimane, attribuendo numeri lusinghieri, promettenti, a forze politiche appena nate o a partiti che riscuotono un po' d'attenzione, giusto nel Palazzo e nelle redazioni, per le loro tardive manovre di collocamento. Vi ricordate? Anche nel 2006 accadde con la Rosa nel Pugno, lista cui qualcuno attribuiva un 4-6% che poi si scoprì esistere solo sui giornali, nei salotti e nei nostri sogni.

Per i primi sondaggi attendibili bisognerà attendere quanto meno la definizione di candidature e schieramenti. Nel frattempo, meglio usare la logica. E la mia mi dice che solo La Destra e Di Pietro hanno un effettivo spazio politico che potrebbe consentirgli di superare il 4%. Persino Casini, se come sembra dovesse andare da solo, troverebbe molte difficoltà a superare lo sbarramento, a meno che non gli venga in soccorso qualche deluso della Margherita. Per gli altri, non vedo speranze.

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