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Sunday, February 10, 2008

Obama mette il turbo, Huckabee tiene duro

Altro giro di primarie negli Stati Uniti e Hillary Clinton continua a perdere il vantaggio già esiguo nei confronti di Obama, che sembra aver messo il turbo, anche se a livello di delegati gli stati vinti oggi non sembrano determinanti per un sorpasso (ma lo scarto si è ridotto a un numero di delegati tra 60 e 25). Obama ha vinto doppiando la Clinton in Louisiana, Nebraska e Washington State (e Isole Vergini). Hillary è ancora in vantaggio grazie ai superdelegati, i notabili del partito la cui preferenza prescinde dal voto popolare e dai caucus. Ma il fatto che Obama sia in vantaggio nei delegati assegnati sulla base delle primarie è un dato politico assai rilevante.

Nel campo repubblicano Huckabee è molto indietro numericamente ma aggressivo politicamente. Le sue vittorie nel profondo sud (oggi in Kansas e Luoisiana) e la vittoria di McCain nel più popoloso e "liberal" Washington State mettono in luce le difficoltà del front-runner repubblicano con la destra religiosa del partito. Il tema dell'immigrazione, su cui il senatore dell'Arizona è su posizioni piuttosto aperte e moderate, come d'altra parte il presidente Bush, mi sembra più dirimente dei valori etici. Ma proprio una posizione non intransigente e tollerante sull'immigrazione sembra l'unica in grado di assicurare ai repubblicani quella quota di elettorato ispanico senza cui la Casa Bianca resterebbe un miraggio.

Le vittorie di Huckabee sollevano comunque un caso politico: la sfiducia della base tradizionalista ed evangelica del partito nei confronti di McCain, che potrebbe portarlo almeno alla vicepresidenza, in un ticket per riunire il diviso movimento conservatore. Possibilità che diminuiscono dopo che il vertice del partito repubblicano, seppur a malincuore, sembra essersi arreso a sostenere McCain, e probabilmente gli fornirà un insider per la vicepresidenza come bollino di garanzia.

Sembra non essere bastato, per ora, l'endorsement implicito che parlando alla conferenza dei movimenti conservatori, Conservative Political Action Conference (Cpac) il presidente Bush ha espresso in favore di McCain, suo ex avversario nelle primarie del 2000: «Abbiamo avuto un buon dibattito e presto avremo un nominato che porterà alta la bandiera conservatrice in queste elezioni e oltre». McCain è un «vero conservatore», ha voluto dire Bush alla base. E d'altra parte già nel suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione, Bush aveva toccato tutti i temi dell'agenza di McCain: vittoria in Iraq e guerra ad Al Qaeda; immigrazione; tasse basse, freno alla spesa clientelare.

Interventismo idealista in politica estera e conservatorismo compassionevole in politica interna fanno oggi di McCain il candidato della continuità rispetto alla presidenza Bush.

1 comment:

Anonymous said...

La cosa più intrigante del campo repubblicano è McCain contro... Ferrara!!!