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Sunday, February 10, 2008

A volte bastano tre domande per far crollare un mito

Da Cuba trapela (per merito, crediamo, della Bbc), questo video in cui, forse senza neanche saperlo, alcuni giovani comunisti cubani mettono in imbarazzo il regime. Un regime che sostengono persino. Quei ragazzi infatti, studenti universitari, non sono dissidenti, appartengono alla gioventù comunista. E da indottrinati al marxismo in versione castrista, è quindi lecito ritenere che poco o nulla abbiano consapevolezza di cosa sia la democrazia. Eppure li vediamo capaci di domande che molto hanno a che fare con essa.

Riuniti in assemblea rivolgono alcune domande al presidente del Parlamento cubano, Ricardo Alarcon. «Presidente, perché non possiamo viaggiare all'estero? E perché a Cuba servono due, tre giorni di lavoro per comprare uno spazzolino da denti?». Un altro studente protesta per il doppio cambio: quasi tutto quello che si può comprare a Cuba è in pesos convertibili, come dire in dollari, mentre i salari - quelli dei lavoratori, dei contadini - sono in pesos normali, «che hanno un potere d'acquisto 25 volte minore».

Poi chiede perché i cittadini cubani non possono andare negli alberghi e nelle spiagge riservate agli stranieri. Dopo cinquant'anni la rivoluzione non ha affatto posto fine a quel doppio standard (simbolo del regime di Batista), denunciando il quale, nel 1959, era riuscita a suscitare le speranze dei cubani e ad aprirsi la via del potere: da una parte la Cuba villaggio vacanze esclusivo, dotato di comfort, privilegi e prostitute a prezzi modici; dall'altra la miseria e il sottosviluppo in cui versano la maggioranza dei cubani.

E secondo la testimonianza del giornalista della Bbc — sul cui sito è stato diffuso il video — i giovani hanno protestato per le forti limitazioni nell'uso di Internet, per esempio il divieto ad aprire caselle e-mail con Yahoo e Google. Interrogativi che riguardano la vita quotidiana ma anche il sistema politico: «Perché devo votare per una serie di candidati di cui non sulla? Come faccio a sapere che meritano il mio voto? Chi sono?».

Il rappresentante del regime, Alarcon, come spesso accade ai dittatori in queste circostanze, appare imbarazzato e ad un osservatore esterno persino ridicolo nelle sue patetiche risposte. Solo l'isolamento ideologico in cui quei ragazzi sono costretti a crescere e a vivere gli impedisce, forse, di accorgersi anche loro di quanto ridicoli e fragili siano gli alibi del regime.

Qualche innocente domanda che tocca i nodi cruciali del fallimento del regime cubano, che persino i comunisti nostrani si ostinano a non vedere: la miseria e il sottosviluppo economico; il partito unico; le restrizioni di movimento e i limiti alla libertà d'espressione. Ci auguriamo che questo video non rimanga senza conseguenze.

2 comments:

Anonymous said...

conseguenze?

Speriamo bene!

Anonymous said...

Io lo dico sempre, facciamo tornare batista, i narcotrafficanti, l'opus dei e le squadre della morte. Sono dei figli di puttana, sì certo, ma sono i NOSTRI figli di puttana!