L'avevo ipotizzato circa tre settimane fa (qui e qui), oggi ne scrive in prima pagina il SecoloXIX: il 3 marzo si era sparsa la voce che Rossella Urru fosse stata liberata, poi la doccia fredda. Ora qualche ipotesi su ciò che potrebbe essere accaduto trapela sulla stampa: il mediatore ha incassato i soldi del riscatto, li ha girati ai sequestratori ma si è tenuto Rossella o l'ha ceduta ad un altro gruppo. E la giostra continua, con i nostri servizi segreti che si fanno prendere per il naso.
Una giostra alimentata dal comportamento letteralmente criminale dei nostri governi - di destra, di sinistra, di centro, tecnici, tutti allo stesso modo. A forza di pagare riscatti ci stiamo facendo taglieggiare non solo da gruppi terroristici veri o presunti, ma anche da finti mediatori. L'Italia paga i riscatti, e lo fa senza discutere. Se ne sono accorti persino i maosti indiani. Non solo abbiamo alimentato il business dei sequestri all'estero, ora stiamo alimentando anche un mercato di finti mediatori. Una politica che funziona sempre meno nel riportare a casa in tempi ragionevoli i rapiti, e che ormai mette a rischio anche i semplici turisti, in tutte le parti del mondo.
I risultati disastrosi sono sotto gli occhi di tutti ma nemmeno se ne parla. E per di più, la beffa: una legge - che guarda caso si è rivelata efficace - proibisce in modo categorico alle famiglie dei sequestrati sul territorio nazionale di pagare riscatti, mentre lo Stato all'estero finanzia chiunque mettendo a rischio la pelle di tutti i cittadini. Un doppio standard immorale.
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