L'esito dei ballottaggi mi sembra complessivamente abbastanza chiaro e rafforza ulteriormente le tendenze del primo turno. Il centrosinistra stravince, il che non equivale ad una vittoria del Pd (anzi...), ma il forte astensionismo e il voto di Parma ci dicono che gli elettori di centrodestra si rifiutano di consegnarsi al "nemico" e restano in attesa di una nuova offerta politica. Addirittura per qualcuno meglio Grillo della sinistra. Per questo, in vista del 2013, Bersani e gli altri della foto di Vasto hanno poco di cui rallegrarsi.
La vittoria «senza se e senza ma» di oggi somiglia troppo a quella di Pirro nel '93 (dove la vittoria di Pizzarotti a Parma sta a quella di Formentini a Milano). Il centrodestra (qui sto parlando degli elettori, che qualcuno definirebbe "moderati" ma che oggi sono piuttosto incazzati) può apparire in rotta, ma è lì sornione, pronto a riaggregarsi intorno a una nuova e più congeniale offerta politica. Che una nuova offerta politica riesca o meno a convincere un sufficiente numero di elettori di centrodestra è l'interrogativo da porsi da qui al 2013 - dipenderà dall'offerta e da chi se ne farà interprete - ma lo spazio c'è, eccome se c'è, c'è una prateria.
Se poi si considerano i 27 comuni capoluogo, la vittoria del centrosinistra è netta ma non così esaltante: un 15-12, ma cinque anni fa finì 17-9 per il centrodestra. La vera differenza sta nella frammentarietà dei suoi avversari: dei 12 comuni capoluogo persi, infatti, solo 6 se li è aggiudicati il centrodestra guidato dal Pdl, 2 l'Udc, 1 la Lega, 1 l'Idv con Orlando, 1 il M5S e 1 un'alleanza di liste civiche. Specularmente la disfatta del Pdl non sta tanto nel numero dei comuni capoluogo persi (11), ma nel fatto che dove ha perso è stato spazzato via o ridotto ai minimi termini, e in alcuni casi sostituito come alternativa al centrosinistra.
Il Pdl, quindi, se ha ancora qualche chance (e potrebbe già non averne più), è davvero all'ultima chiamata: non riuscirà a intercettare la forte domanda di centrodestra che c'è ancora nel Paese, soprattutto al nord, scaricando sull'appoggio a Monti le colpe della sconfitta, dovuta ai suoi fallimenti al governo, né presentandosi con le solite facce indisponenti, né schierandosi con Hollande in Europa.
Il successo dei grillini a Parma è notevole, e costringerà il M5S a confrontarsi con i problemi concreti del governo locale, ma un'elezione politica è tutta un'altra cosa. Nel 2013 sarà più difficile intercettare in modo trasversale il malcontento per la politica tradizionale, come sembra essere riuscito a fare nel ballottaggio di Parma (in attesa dei dati sui flussi). Il nuovo sindaco, tra l'altro, sembra che già abbia voglia di emanciparsi dal guru. Saranno mesi turbolenti per il movimento, che dovrà superare un vero e proprio esame di maturità. Non ho idea di come si sia svolta la campagna elettorale a Parma, e certamente l'aspetto locale sarà stato determinante, ma dagli estratti che spesso si vedono in tv degli ultimi comizi di Grillo ho notato nella sua vis polemica un certo slittamento verso tematiche più care agli elettori di centrodestra (i costi e gli sprechi enormi dello Stato e l'insopportabilità/illegittimità del carico fiscale) e una minore enfasi su quelle ambientali, giustizialiste e "anti-sviluppiste".
6 comments:
Offerta politica? E che siamo al mercato?
Ti spiego come la penso io, ex elettore di centrodestra.
Il problema oramai dei nostri (con nostri parlo del pdl) politici non è quello che propongono, la loro offerta politica per dirla con Alfano. Sempre parlando per metafore, se il negozio sotto casa mi ha venduto una fregatura non gli basterà cambiare merci per riavermi come cliente. Io la spesa li non la faró mai piú.
Diciamo la verità. Gli uomini politici di centrodestra sono impresentabili, a prescindere da quello che dicono, a prescindere dalla loro offerta politica.
A me sembra che più che seconda repubblica, questi erano gli scarti della prima. Questa reputazione pessima se la sono guadagnata sul campo, lentamente ma continuamente.
una nuova offerta politica non significa solo cambiare merci, ma anche "venditori", ovvio.
[continua da sopra]
Ciò che affermo sarà smentito o confermato alle prossime politiche. Vedremo.
Mario Cacini
Forse è ovvio per te. Vorrei sentire l'opinione dei venditori, ovvero di quelli che dovrebbero farsi da parte.
Mario Cacini
Credo che la minaccia di una prossima pesante tassa patrimoniale da parte delle forze del Centrosinistra, sarà il cavallo di battaglia principale, e forse unico, di una battaglia probabilmente disperata, ma irrinunciabile.
Chiunque la conduca.
Ma prepariamoci al peggio stavolta.
Perchè non vedo neppure l'ombra di un meno peggio.
E non mi fido né di certi capelluti manager riciclati e parastatalizzati, nè di certi giornalisti radiofonici.
Come andranno le elezioni nel 2013, sempre che non le anticipi qualcuno per battere il ferro ancora caldo, dipenderà molto da come andranno quelle americane. Se rivince Obama, molto probabile, amen.
Se vincesse un outsider repubblicano (ma chi?) le carte un po' si rimescolerebbero.
Mi sa tanto che ci dobbiamo preparare ad una nuova traversata del deserto.
Se, invece, viene giù tutto il truffone monetario di Bernanke e parte l'iperinflazione globale... le elezioni del 2013 saranno proprio l'ultimo dei nostri problemi.
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