Pagine

Wednesday, January 26, 2011

Armi spuntate e boomerang della sinistra

Scandali e guai giudiziari che colpiscono il premier sono ormai armi politicamente spuntate, se non «a doppio taglio», per la sinistra. Ne è convinto Luca Ricolfi, che questa mattina, su La Stampa, nota come pur cavalcando l'onda del caso Ruby, il Pd non stia guadagnando consensi. «Accecati dal disprezzo per Berlusconi - scrive Ricolfi - i dirigenti della sinistra non sembrano rendersi conto che la loro scelta di cavalcare gli scandali sessuali per disarcionare il capo del governo è un'arma a doppio taglio». Il «prestigio» del premier è sì «in calo», tuttavia gli ultimi sondaggi dimostrano che «il consenso al Pd non solo non è aumentato, ma sembra in ulteriore flessione» e che «l'elettorato di centrodestra non si sta rifugiando nei partiti alleati, esenti dagli scandali (Lega Nord e Futuro e libertà), ma semmai sta rientrando nel Pdl, quasi a serrare le file». Ricolfi spiega in questo modo il «capolavoro» degli strateghi del Pd: «Quando il dispiegamento di mezzi ("l'ingente mole di strumenti di indagine", come l'ha definita il cardinal Bagnasco) supera una certa soglia, e l'uso politico della morale diventa troppo spregiudicato, nel pubblico scattano reazioni diverse da quelle ordinarie».

L'analisi di Ricolfi è piuttosto impietosa sia con l'attuale segretario del Pd, sia con il suo principale avversario interno, teorico della «vocazione maggioritaria»: «Né Veltroni né Bersani si mostrano capaci di resistere alla madre di tutte le tentazioni per un uomo politico: usare i guai extra-politici dell'avversario per "infilzarlo" politicamente». Ma così facendo, sottolinea, avvalorano la convinzione diffusa che «il maggior partito della sinistra non è in grado di battere politicamente Berlusconi, e perciò ci prova con le armi di sempre: magistratura e scandali. Senza avvedersi che, su questo, - osserva Ricolfi - l'elettorato è molto più avanti, molto più laico e maturo, del ceto politico». Non che sia «indifferente agli scandali, ma semplicemente evita di politicizzarli oltre un certo limite». Ma anche sul piano dei contenuti politici, per Ricolfi «il Pd di Bersani e quello di Veltroni si somigliano come due gocce d'acqua, e si somigliano per la semplice ragione che sono entrambi vecchi» e «stanchi», «appesantiti da un linguaggio che non se ne vuole andare, un linguaggio ormai logoro, fatto di formule generiche e messaggi in codice, così in codice che i due contendenti possono persino sembrare d'accordo su tutto». Anche «gli argomenti di cui si discute con più passione, come le primarie o la moralità del premier, hanno un inconfondibile sapore di strumentalità e di muffa».

Pierluigi Battista, sul Corriere della Sera, se la prende invece con quegli intellettuali organici alla sinistra che da quindici anni perpetuano «stancamente il rito dell'invettiva contro alcuni milioni di elettori considerati l'Italia peggiore, ripugnante, corrotta, sciocca, incolta, "barbara"», perché votano Berlusconi. E segnala l'ultima invettiva in ordine di tempo, quella di Andrea Camilleri, su MicroMega, «non contro Berlusconi, come sarebbe normale per chi lo avversa, ma contro chi lo vota», ribattezzato come «l'homo berlusconensis». «Disprezzare chi ha contratto il vizio morale di votare contro la tua parte - spiega Battista - ha un duplice, tonificante effetto. Gratifica l'Ego di chi si sente superiore e si considera titolare del diritto di far parte honoris causa dell'Italia dei "migliori"» e «consente di autoconsolarsi, attribuendo le ragioni della sconfitta non già ai propri errori, ma alla tara genetica degli italiani».

L'altra faccia della medaglia di questa «forma di superbia antropologica», tuttavia, è che una parte dell'elettorato, pur di non consegnarsi nella mani della casta dei "migliori", preferisce affidarsi a chi, almeno, non ne fa oggetto di disprezzo e di disgusto antropologico». Un «tic mentale» che Battista riconosce non appartenere ai leader politici della sinistra, i quali piuttosto si trovano costretti a «rincorrere» questo «disprezzo» per l'Italia che vota il «nemico», perché «molto spesso sono gli intellettuali a dettare il "tono" generale del discorso» pubblico. Un fenomeno, conclude Battista, che «oltre a essere una malattia culturale, rischia di diventare anche un permanente e invalidante handicap politico».
«Invece di conquistare il consenso e strapparlo all'avversario, perpetua una divisione insanabile con la parte maggioritaria, ma corrotta, dell'elettorato. E perciò consegna per sempre quella fetta del popolo tanto disprezzato all'egemonia berlusconiana tanto deplorata. Un boomerang micidiale, che prolungherà i suoi effetti anche alla fine di questa lunga stagione politica di bipolarismo primitivo e di guerra civile strisciante. Quando le due Italie, oggi divise da un muro di disprezzo e di ostilità, dovranno ricominciare a parlarsi».

5 comments:

Anonymous said...

E' davvero incredibile come questi intellettualoidi di sinistra si arroghino il diritto di sentirsi superiori ad un vecchio patetico puttaniere e corruttore.
Chissà da dove gli viene tale spocchia?!

Cachorro Quente said...

Mi piace che le persone che accusano gli intellettuali snob di sinistra e la loro crociata contro i corrotti, parlando poi di "boomerang" (non capisco poi perchè questo li faccia incazzare, non siete contenti se la sinistra si frega da sola?), sono in genere le stesse che si sono esaltate per la vittoria dei tea parties (quelli che hanno conquistato la platea parlando di complotto socialista/cripto-islamico e polarizzando il dibattito politico).
Sembra poi che, nel momento in cui un avversario politico viene scoperto ad andare a troie, dei leader di partito debbano con flemma e fair play degni di un lord inglese fare finta di niente.

Il PD non vincerà mai grazie agli scandali di Berlusconi. Vincerà quando e se (e cioè mai, a questo punto) presenterà un'alternativa politica credibile; il fatto che Berlusconi si scopi le minorenni al limite può dare un aiutino. Il problema del comportamento inaccettabile di Berlusconi non riguarda il conflitto tra sinistra e destra, riguarda Berlusconi.
Nel nostro paese, come dici tu, la posizione di destra è maggioritaria. Questo non cambierà se Berlusconi si dimette; semplicemente, verrà smantellata la sua corte dei miracoli e la gente non si troverà più la Minetti al consiglio regionale o Bondi al ministero della cultura o Dell'Utri e Previti in parlamento. La maggior parte dello schieramento di centro-destra, e questo se lo dimenticano in tanti, è immune dagli scandali politici (mi chiedo perchè le "toghe rosse", se veramente prendono ordini dal centro-sinistra come implicito nel tuo post, non abbiano mai "perseguitato" la Lega). Andato via il puttaniere geriatrico, gli italiani continueranno a votare a maggioranza politici di destra, che si tratti di Maroni, Tremonti, Fini, Formigoni, Frattini o LaRussa.

Il PD, a quel punto, dovrà convincere gli elettori che può governare meglio degli altri. Buona fortuna.

Il fatto è che tu, JimMomo, e come te tanti altri, siete ormai totalmente incapaci di capire che i problemi di Berlusconi sono problemi di Berlusconi, non dell'Italia, o almeno così dovrebbe essere.

Anonymous said...

FANNO PROPRIO RIDERE QUESTI SINISTRELLI
non fanno altro che parlar male di berlusconi , dalla mattina alla sera ...
per poi , l'indomani ...lagnarsi che si parla solo di Berlusconi .
.
e' lampante l'esempio di RAI TRE
dalla mattina presto non si fa altro che inveire contro il premier ...con scnadali fasulli , maldicenze varie e piagnistei assortiti
NON FANNO ALTRO ...tutto il santo giorno che parlar male di lui ...
.
POI .....DENUNCIANO .....che nella stessa rai tre ...il premier occupa tutti gli spazi e che si parla solo dei suoi problemi ....
.
sono proprio senza vergogna ....

@__skunk said...

forse qualcuno dovrebbe ricordarsi, nella foga, che qui la manifesta incapacità della sinistra non c'entra nulla. Come nulla c'entra la politica. Il nanetto è nei guai perché non sa tenere a bada amici e pompetta. Oppure qualcuno è davvero convinto che Bersani telefoni alla procura di Milano per ordinare un'indagine? Suvvia. E per favore smettetela di chiamarlo premier, nonostante la ripetizione, il dirigismo e l'assenza di democrazia (nel PDL), il premierato nel nostro paese non esiste.

Anonymous said...

Sono 15 anni che certi critici della sinistra ripetono ad nauseam le stesse cose sulla superiorità antropologica. E blogger bolliti come Jimmomo o Camillo riscodellano sul web come se fossero interessanti primizie. Che noia ragazzi.

R