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Thursday, January 27, 2011

Caso Fini, è ora che Napolitano si muova

L'aspetto che dovrebbe far indignare non è che il centrodestra discuta in Senato il caso Fini, che è da parecchio tempo un caso istituzionale di cui finalmente pare essersi accorto persino il presidente Napolitano, ma che la Procura di Roma non abbia ritenuto né di inoltrare una rogatoria al governo di Saint Lucia, né di sentire non dico il presidente della Camera, ma almeno Giancarlo Tulliani, che per ammissione di Fini ha fatto da intermediatore nella compravendita dell'immobile al centro dell'indagine. E non mi si venga a dire che è irrilevante sapere chi è il vero proprietario dell'abitazione sulla cui vendita grava il sospetto di una truffa.

Eppure, le carte da Saint Lucia sono arrivate lo stesso, ovviamente tramite mani politicamente interessate, ma è davvero incredibile - e autorizza a nutrire più di un sospetto di un'alleanza tra Fini e le toghe - che non le abbia chieste la Procura. Procura che, riferiscono unanimi le cronache dei giornali, qualsiasi cosa dicano quelle carte non è disposta a spostarsi di una virgola dalla richiesta di archiviazione per Fini. Il punto è che, ravvisino o meno il reato i magistrati, gli italiani hanno capito da un pezzo che Fini ha svenduto una casa di lusso di proprietà del suo ex partito al cognato, probabilmente nell'ambito di un giro di immobili tutto in famiglia, così come sanno da tempo che Berlusconi ama organizzare nelle sue ville feste che terminano con spettacolini sexy e "ringraziare" le ragazze con aiuti e regali.

E' dall'aprile scorso che segnalo l'incompatibilità del ruolo politico di Fini con la sua carica istituzionale e puntualmente le scorrettezze predette si sono verificate, anche nella gestione dei lavori parlamentari e persino nella composizione del Copasir, alla faccia di chi alle richieste di dimissioni obiettava "quel che conta è che svolga in modo irreprensibile le sue funzioni". Ebbene, anche questo alibi è caduto e l'interrogativo che mesi fa sollevai (ma a che titolo salirebbe al Quirinale per le consultazioni? Come terza carica dello stato o leader di partito?) oggi si legge sui giornali. E' ora che si dimetta, se non per la promessa fatta agli italiani nel suo videomessaggio, perché non riesce più a garantire l'imparzialità della presidenza della Camera che sia la Costituzione che i regolamenti parlamentari prescrivono, o che Napolitano si decida ad esercitare la sua moral suasion.

2 comments:

luca said...

Nulla di nuovo: la legge per gli amici si interpreta, per i nemici si applica.
Fini smarcandosi da Berlusconi si è garantito un bel salvacondotto giudiziario, non c'è che dire...

Anonymous said...

se per Napo sarebbe doveroso esercitare la sua moral suasion per far dimettere Fini, al Berlusca che gli deve fare? lo deve prendere a tortorate?

che se ne vadano entrambi!