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Thursday, July 12, 2012

Ripartire dalla Thatcher che non abbiamo mai avuto

Sul Foglio.it il mio contributo al dibattito sul manifesto dei conservatori britannici per una nuova destra alla luce dell'annuncio del ritorno in campo di Berlusconi.

Il manifesto del think tank conservatore inglese Centre for Policy Studies dimostra che nonostante le profonde differenze storiche e culturali, in termini di cultura politica e di politica economica i guai e le questioni che la Gran Bretagna, quindi i suoi partiti, hanno dovuto e devono ancora oggi affrontare non sono poi molto dissimili dai nostri. Non c'è da stupirsene più di tanto, dal momento che fin dai suoi albori la storia dello Stato moderno (se non dell'umanità) può essere letta attraverso il rapporto conflittuale tra l'autorità politica e la libertà degli individui. Ma se la Gran Bretagna e i conservatori britannici appaiono leggermente in vantaggio rispetto al Belpaese e al centrodestra italiano, è perché loro una Thatcher l'hanno avuta, noi no. Silvio Berlusconi avrebbe potuto e dovuto esserlo, ma non ne è stato in grado, per responsabilità sue e per impedimenti esterni che qui non è il caso di rievocare.

Basterà ricordare il principale errore, che si può facilmente rintracciare nella premessa del manifesto: «L'arte del governo non si riduce alla sola competenza. Per avere successo, un governo deve offrire un programma capace di combinare politiche efficaci a un'ideologia in grado di ottenere il sostegno pubblico facendo leva sui principi morali e sui valori intellettuali. Quanto maggiori sono le sfide pratiche da affrontare, tanto maggiore è la necessità di un'adeguata intelaiatura intellettuale». Insomma, «la chiarezza ideologica non è un optional». Eppure, intelaiatura intellettuale e chiarezza ideologica sono proprio gli ingredienti che sono mancati alle coalizioni guidate da Berlusconi, con le eccezioni della breve parentesi di governo del 1994 e della campagna elettorale del 2001. Se a ciò si aggiunge il progressivo venir meno anche della «competenza», abbiamo un quadro preciso del fallimento delle esperienze di governo del centrodestra berlusconiano. E' francamente difficile immaginare che ora, con questa sua ennesima ricandidatura, Berlusconi possa riuscire laddove ha fallito in vent'anni, ossia nel dare al centrodestra una ideologia politica ben definita (con l'aggravante di possedere sia i mezzi finanziari sia il carisma per riuscirvi).
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