L'ennesima polemica sul fascismo. Che palle, francamente! Questa volta ha coinvolto Alemanno e La Russa. Ma l'uscita più grave è stata a mio avviso quella del ministro della Difesa, a cui ha prontamente replicato il presidente Napolitano. Ai caduti di Salò va il rispetto che si deve ai morti, ma l'«onore» no, è un'altra cosa. Erano in buona fede? Sono stati ingenui? Qualcuno li ha ingannati? Credevano di difendere la patria? Può darsi.
Ma in quella guerra c'era una parte giusta e una sbagliata. Ancora nel '43 chi scelse Salò non aveva compreso qual era quella giusta. «Onorare» i caduti di ogni parte, a confondere quella giusta e quella sbagliata, è un inaccettabile atto di relativismo. Ripeto: rispetto nei confronti di tutti i caduti, ma l'«onore», quello, riserviamolo a chi per accidente o per merito si è trovato dalla parte giusta della storia.
Piuttosto, non capisco cosa ci sia da festeggiare l'8 settembre. Giorno in cui è iniziata un'altra guerra e lo stato italiano si è sfasciato. Giorno in cui chi era alla guida della nostra Italia, il re e capi di stato maggiore, hanno abbandonato i cittadini, dimostrando di che pasta sono fatti da sempre i nostri governanti, di ieri e di oggi. Il giorno del "Tutti a casa". Mancò il coraggio di una scelta netta, di rigirare l'esercito contro quello che inevitabilmente sarebbe stato il nuovo nemico, invece di lasciare ogni unità militare allo sbando.