Ieri
Christian Rocca ci aggiornava sullo scandalo
Oil for Food e sul fatto che la posizione di
Kofi Annan si aggrava. Inoltre,
ci riferiva che al Congresso è pronta una proposta di legge, già approvata in Commissione, che blocca automaticamente fino a metà dei finanziamenti americani al Palazzo di Vetro, se non saranno approvate «un mucchio di radicali riforme». Si vede che gli americani fanno sul serio.
«Una task force bipartisan, guidata dagli ex leader repubblicani e democratici Newt Gingrich e George Mitchell, ha presentato un rapporto con le proposte di riforma delle Nazioni Unite, un organismo giudicato "fossilizzato" e incapace di autoriformarsi con l'attuale leadership. Tra le raccomandazioni contenute nelle 154 pagine del rapporto ci sono l'istituzione di una forza di intervento rapido per prevenire genocidi, stragi e gravi violazioni dei diritti umani; una commissione indipendente di controllo dei conti; un sistema di votazione che sulle questioni finanziarie dia più potere alle nazioni che contribuiscono maggiormente al bilancio. La task force ha suggerito di far partecipare soltanto le democrazie ai lavori della Commissione sui diritti umani e ha chiesto alla Casa Bianca di nominare un ambasciatore ad hoc per organizzare il gruppo delle democrazie dentro l'Onu e quindi promuovere i diritti democratici dentro i paesi membri».
«Se almeno 32 delle 39 riforme Onu suggerite dalla legge non saranno approvate, gli Stati Uniti ritireranno automaticamente metà della propria quota annuale che, nel 2006, sarà di 439 milioni di dollari».
Il fatto di oggi, che potrebbe sorprendere cronisti e columnist disattenti, soprattutto a
la Repubblica, è che il presidente Bush
è intervenuto, invitando il Congresso a moderare la legge: le riforme possono essere sostenute anche senza minacciare il ritiro dei finanziamenti. Niente veto, solo un consiglio "moderato" dal texano dagli occhi di ghiaccio.
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