Il presidente Ciampi, accogliendo Papa Benedetto XVI, ha sfoggiato un'encomiabile «orgoglio» laico, ma ho avuto un'impressione negativa dal passaggio del suo discorso nel quale dice: «Il legame fra la Santa Sede e l'Italia è un modello esemplare di armoniosa convivenza e di collaborazione». Quale modello, visto che da più parti, e per esiti opposti, vengono messi in discussione gli attuali confini fra politica e religione? Su questo Ciampi non contribuisce, rimanendo avvinghiato, lui sì, a una laicità di maniera.
Rivelatrici, in questo senso, le parole di Ratzinger, che il suo modello lo promuove bene. «Legittima», ci concede, la laicità dello Stato, ma solo se è «sana» (?). Il modello di rapporti fra Stato e Chiesa configurato dalla condotta di Ratzinger e della Cei tende a sommare due elementi incompatibili: sempre più privilegi dal regime concordatario; lobbying della Chiesa nei confronti dei politici cattolici in entrambe le coalizioni al fine di ottenere legislazioni gradite. Innanzitutto coerenti con i valori cristiani, e già possiamo obiettare che le leggi non devono sposare i valori che ispirano una religione, per quanto diffusa, ma il suo contenuto etico dev'essere ridotto al minimo. Poi gradita rispetto ad altri valori, quelli che rimpinguano le casse del Vaticano.
Come leggere altrimenti il passaggio in cui il Papa non invita, ma addirittura «confida» che «i legislatori italiani, nella loro saggezza, sappiano dare ai problemi ora ricordati soluzioni "umane"»? Quali sono questi problemi? «Ferma restando la competenza dello Stato a dettare le norme generali dell'istruzione, non posso non esprimere l'auspicio che venga rispettato concretamente il diritto dei genitori a una libera scelta educativa, senza dover sopportare per questo l'onere aggiuntivo di ulteriori gravami». Un riferimento esplicito a finaziamenti dello Stato per i genitori che mandano i figli alle scuole cattoliche. Dico, se abbassassero loro, le rette?
Nulla da eccepire sui richiami del Papa sulla famiglia, la vita, le radici cristiane, non li condivido, ma fa il suo mestiere. La politica dovrebbe fare il suo.
Di fronte a un Ratzinger che sa quel che vuole e lo dice, Ciampi zoppica.
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