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Thursday, September 15, 2005

Bush all'Onu, l'America ancora il faro della civiltà

Il presidente Bush. Alle sue spalle il segretario di Stato Rice e l'ambasciatore all'Onu BoltonUna lezione liberale, che potrebbe essere presa come preambolo del trattato istitutivo di una Alleanza delle Democrazie

Dovremmo ringraziare i cittadini americani che hanno donato al mondo l'opportunità di un leader così. Un uomo con i suoi errori, le sue debolezze, la sua ignoranza, i suoi interessi, ma un leader, uno statista che ha ben presenti le sfide dinanzi a noi. Quella di ieri all'Onu è stata una lezione liberale, che potrebbe essere presa come preambolo del trattato istitutivo di una Alleanza delle Democrazie: democrazia e libertà per la pace e la sicurezza; commercio libero per sconfiggere la povertà. Ancora una volta l'America è là, quella città in cima alla collina.
«Non ci può essere sicurezza se si ignorano gli stenti e l'oppressione degli altri. Dobbiamo sconfiggere i terroristi sul campo di battaglia, ma anche nella battaglia delle idee. Dobbiamo cambiare le condizioni che consentono ai terroristi di prosperare e reclutare, diffondendo la speranza della libertà ai milioni che non l'hanno mai vista prima. Dobbiamo far risorgere gli Stati falliti e le società depresse che costituiscono terreno fertile per i terroristi. Dobbiamo difendere ed estendere una visione di dignità umana, opportunità, e prosperità, una visione molto più forte dello scuro appello del risentimento e dell'assassinio.

La democrazia prende forme differenti in differenti culture, ma tutte le società libere hanno certe cose in comune. Le nazioni democratiche si reggono sullo stato di diritto, impongono limiti al potere dello Stato, trattano donne e minoranze come cittadini a pieno titolo. Proteggono la proprietà privata, la libertà d'espressione e religiosa. Crescono perché ricompensano e rispettano i doni dei loro popoli. Contribuiscono alla pace e alla stabilità perché cercano la grandezza nazionale nei successi dei loro cittaini, non nella conquista dei loro vicini. Per queste ragioni il mondop intero ha un interesse vitale nel successo di un Iraq libero, e nessuna nazione civile ha interesse nel vedere emergere in quel paese un nuovo stato terrorista».
Non è ancora abbastanza wilsoniano e rooseveltiano? Eccovi accontentati:
«Dobbiamo dare ai cittadini delle nazioni più povere la stessa possibilità di accesso all'economia mondiale che hanno i popoli delle nazioni più ricche, così che possano offrire i loro beni e talenti sul mercato mondiale come ogni altro. Dobbiamo assicurare loro le stesse opportunità di raggiungere i propri sogni, provvedere alle loro famiglie, e vivere vite dignitose e con fiducia in se stessi.

Gli ostacoli più grandi al raggiungimento di tali obiettivi sono i dazi, i sussidi e le barriere che isolano i popoli delle nazioni in via di sviluppo dalle grandi opportunità del XXI secolo. Oggi rilancio la sfida che ho già lanciato: dobbiamo lavorare insieme nei negoziati di Doha per eliminare i sussidi all'agricoltura che distorcono il commercio e arrestano lo sviluppo, ed eliminare i dazi e le altre barriere al libero mercato per gli agricoltori di tutto il mondo. Oggi estendo la sfida con questa promessa: gli Stati Uniti sono pronti a eliminare tutti i dazi, i sussidi e le altre barriere al libero flusso di merci e servizi se le altre nazioni faranno lo stesso. Questa è la chiave per sconfiggere la povertà nelle nazioni più povere del mondo».

9 comments:

Anonymous said...

Grandissimo discorso. E non è il primo. Peccato che non vengano pubbicati per intero sui giornali europei. C'è solo un punto che mi lascia perplesso. Perché farlo se lo faranno gli altri. Se la liberalizzazione è una cosa giusta e eticamente fondata (cose di cui sono convinto), perché Bush non prende tutti in contropiede e lo fa senza chiedere nulla a nessuno?

Anonymous said...

quello di prima sono io, Pinocchio (accidenti, me ne scordo sempre)

Anonymous said...

Senza parole, sia a Jim che a Pinocchio.
Se Bush è un grande statista, Berlusconi è davvero un genio.
Oppure l'uno è un grande statista e l'letro è un genio, perchè sono liberamente eletti e allora tanto di cappello a chi riesce a fregarci così!!

Anonymous said...

Sì Jim, è un discorso che vale dalla prima riga all'ultima...!!! infatti quel pezzetto ieri l'ho tradotto subito.

Daisy Miller

Anonymous said...

Dalla prima all'ultima riga.

Sai, io da bambino ho imparato prima il dialetto e poi l'italiano.
Così il primo giorno di scuola, un mio amico chiese alla maestra:" signora maè, pozzo andare in bagno?", trasformando il "pozz" dialettale nell'errato "pozzo" italiano, invece del corretto "posso".
Avevamo 6 anni; oggi è diverso.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/09_Settembre/15/bush.shtml

Anonymous said...

Ops, link troppo lungo.
Vabbè, portava al corriere della Sera, ma l'immagine la potete trovare in tutti i giornali di tutto il mondo

Anonymous said...

Io me lo sono letto tutto d'un fiato e ho una mezza intenzione di schiaffarlo come post,in inglese comunque ha tutta un'altra risonanza,è magnifico.
Un vero manifesto liberale,liberista e libertario.
Vi ricorda qualcosa?

Anonymous said...

E' un discorso tanto bello, quanto (ahimè) raro. Chissà se un nostro capo di governo parlerà mai cosi.

Anonymous said...

via le truppe dall'iraq! subito!

www.freeiraq.splinder.com