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Saturday, September 03, 2005

A Della Vedova l'onere della prova: superi i veti sul partito

Ringrazio L'opinione per aver pubblicato il mio "op-ed." su Della Vedova, la CdL e i Radicali.
P.S.: solo per il sottotitolo, in cui Della Vedova, Taradash e Calderisi vengono definiti dei «pannelliani», quando per definizione non dovrebbero esserlo, se per pannelliano s'intende chi resta sempre e comunque con Pannella (gli ultimi due non partecipano da anni neanche alla politica dell'area radicale); e per il titolo ("Il centrodestra ricominci a parlare a tutto il Partito Radicale"), che indica un auspicio, piuttosto che un onere della prova che spetta a Della Vedova: dopo i veti dello scorso inverno sull'"ospitalità" ai Radicali, spetta a Della Vedova - se, come dice, di là ci sono maggiori prospettive - convincere la CdL ad aprire le porte: ma al partito, non a spezzoni.
Con tutta la stima che va riconosciuta a Benedetto Della Vedova, ma con uguale sincerità, occorre constatare che l'operazione che sta conducendo assieme a Taradash e Calderisi per approdare nella CdL appare misera di prospettive, un vuoto ripiego personale. Qualcosa, a Benedetto, va riconosciuto. Quel «patto di consultazione» che da anni Della Vedova chiedeva di aprire con Forza Italia, sentendosi rispondere che si sarebbe trattato di una «autoconsegna», assomiglia troppo, nel metodo e nel merito, a quello che oggi è realtà con uno dei partiti minori del centrosinistra, lo Sdi.

Assomiglia, ma non è; almeno considerando la premessa politica da cui ha avuto origine. Lo scorso inverno, quando Pannella lanciò l'iniziativa dell'"ospitalità" guardando all'inizio prevalentemente a Berlusconi, il centrodestra perse una ghiotta opportunità di avere con sé i Radicali. Il premier lasciò a Bondi il compito di prolungare per giorni un dialogo fittizio: riunioni passate a ripetere gli stessi buoni propositi in attesa di una parola risolutiva, che poteva giungere solo dal premier ma che non è mai arrivata. Invece di chiudere con un gesto da leader, un giorno sì e l'altro pure Berlusconi si faceva linciare pubblicamente dagli alleati contrari all'ipotesi di "ospitalità" dei Radicali, accettando così di far logorare sempre di più la sua capacità di leadership anziché riaffermarla.

L'assenza di leadership manifestata anche in occasione della campagna referendaria ha fatto il resto, lasciando campo libero agli ultras clericali. Così, il "fatto" politico che per tutta la legislatura Pannella ha atteso dal governo Berlusconi (nel tentativo di ricondurlo alle scelte che lo entusiasmarono all'inizio) è giunto invece da parte importante dell'opposizione. Gli sforzi dei Ds e dello Sdi per "ospitare" i Radicali nell'Unione già alle elezioni regionali e il generoso impegno a sostegno dei referendum costituiscono gesti, "fatti" politici di cui negli ultimi 5 anni non troviamo corrispettivi paragonabili da parte del centrodestra. Anzi, proprio in occasione dei referendum, subito seguiti dai primi passi di elaborazione del partito unitario, è apparsa preponderante la nuova persuasione teocon.

A dispetto delle apparenze, proprio l'iniziativa presa da Della Vedova e gli altri negli ultimi giorni è un'ulteriore dimostrazione della preclusione che c'è a destra per i Radicali. Il centrodestra il Partito Radicale, quello di Pannella-Bonino, non se lo prende. Al più ne raccoglie spezzoni che fungano da orpelli buoni per Liste civetta, purché rimangano spezzoni, cioè senza Pannella e senza Bonino. Non è così? Provi Benedetto a proporre alla CdL l'ingresso di tutto il partito nella coalizione e assisteremo alle stesse reazioni violente con le quali Lega, Udc e parte di An impedirono l'"ospitalità" per le regionali. E' quanto mai emblematico che quei veti, oggi, siano del tutto caduti nei confronti dei tre o più transfughi, pronti a riemergere qualora fosse in campo un'ipotesi di accordo con il partito intero.

Non è forse sotto gli occhi di tutti che il centrodestra patisce un'involuzione ormai inarrestabile? Dal 2001 in poi sono state non solo sempre più ridotte al silenzio le voci laiche e liberali, ma sono state accantonate, sotto i colpi dell'assistenzialismo Udc-An e del protezionismo Lega-Tremonti, anche le riforme liberiste che Della Vedova spera di resuscitare con la sua presenza. Persino in politica estera, dove la sintonia con le proposte radicali dovrebbe essere maggiore, nessuno spiraglio si è aperto. Peccato. Va dato atto a Pannella di aver avvertito Berlusconi per tempo, e insistito per anni, di quale fosse il disegno politico per il quale l'Udc avrebbe sapientemente e pazientemente logorato e annientato la sua leadership.

La prospettiva di un Berlusconi sconfitto nel 2006 lascia facilmente immaginare una futura leadership del centrodestra, o del nuovo centro, di stampo "clerico-moderato" (Casini). Berlusconi vuol salvare se stesso e Forza Italia, lanciando un segnale forte ai Radicali? Non gli rimane che un'arma: un sistema elettorale maggioritario puro. Perde le elezioni, ma riconquista il centrodestra. C'è ancora un arco di forze politiche che potrebbero essere enormemente interessate a una riforma simile. Personalmente, mi sarei aspettato da Benedetto - se, come dice, le prospettive migliori sono nella CdL - un tentativo per portare di là tutto il partito.

Il problema, per il centrodestra, è Pannella, ma non solo; è la Bonino, ma non solo. I calibri da '90 spaventano, con tutto il rispetto, i due di coppe molto meno. Ma il punto determinante è che se Forza Italia avviasse (come lo Sdi in queste settimane) un «patto di consultazione» con i Radicali tutti, assisteremmo di nuovo ai veti di quest'inverno. Berlusconi quindi si è accontentato di "spezzoni" per confezionare liste civetta. A spaventare la CdL infatti, è qualsiasi operazione politica con i Radicali. Lo dimostra il fatto che quella elettoralistica che sta prendendo corpo intorno a Della Vedova-Taradash non solleva alcun veto. Facile, no?

11 comments:

Anonymous said...

http://malvino.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=634496

Anonymous said...

Caro Jim Momo, facile per niente. Anzitutto perché non si tratterà di liste civetta, giacché non conterranno la parola "radicale" a quanto sembra. Quella appartiene a Pannella. Semmai si farà una lista riformista-liberale. Ma queste sono etichette: e tu sei troppo intelligente per abbandonarti a definizioni denigratorie per chi dissente (povero Della Vedova: vi aveva detto che impostando la campagna referendaria in quei termini vi avrebbe portato alla sconfitta e invece di riconoscere che aveva ragione l'avete accusato di essere responsabile della sconfitta!). Vedi, tu la metti su un discrimine fuorviante. La questione non è tra calibri da 90 e mezze figure, veti o non veti o cose del genere. Ma tra progetti compatibili e non. Perché Della Vedova è compatibile con il centrodestra e Cappato no? Semplice: chi (per fare un esempio) propone l'arresto dei preti che la pensano diversamente da sé è incompatibile con una prospettiva liberale quale quella di Della Vedova, che pur appoggiando la campagna referendaria l'ha condotta su binari liberali e non da guerra civile. Cappato sta bene con gli altri, e così Pannella e la Bonino che hanno scelto quella stessa via. In questi giorni Pannella propone una campagna per il suicidio assistito. Non è questione di veti: siamo incompatibili e sono cose che vengono da sé senza la necessità di veti. Allo stesso modo in cui non servono veti per definire l'incompatibilità tra Berlusconi e Prodi, qualora qualcuno volesse metterli insieme. Poi, un singolo può essere anche favorevole al suicidio assistito (non dubito che qualcuno nel centrodestra vi sarà), ma quando questo diventa un programma di partito è difficile conciliarlo con il programma di Forza Italia o del resto della Cdl (la "carta dei valori" di FI, per dirne una, non c'entra nulla con il suicidio assistito e non l'ha scritta Buttiglione, ma Berlusconi). Vedi, il partito radicale nasce di sinistra e se si è trovato a combattere alcune battaglie al fianco del centrodestra è perché si sono privilegiate issues economiche e perché, in Italia, sinistra = pci e derivati. Della Vedova, che è un liberale, è invece più inseribile in una prospettiva di centrodestra. Tutto qui. Non ne farei una tragedia, né un caso nazionale. Credo che in questo bipolarismo bislacco la scissione del partito radicale tra liberali (cdx) e radicali (csx) sia una delle poche cose chiare e sensate. Ora non ci resta che mandare nell'Unione Alemanno e Cuffaro, riprenderci Monti e chiudere la bocca a Tremonti e forse qualche anomalia in meno ci sarà :-)

Ciao,

harry ;-)

Anonymous said...

http://simplicissimus.blogs.com/lr/2005/09/della_vedova_ov.html

Anonymous said...

Il post di Malvino mi pare piuttosto old fashion: i transfughi prezzolati che non rappresentano neppure loro stessi. Mi asterro' dal fare battute del tipo che al radicale che ragiona in questi termini conviene spostarsi a sinistra, perché là troverà tutto lo stalinismo compatibile con questo modo di argomentare, ma preferisco limitarmi ad auspicare un dibattito interno al partito basato su tolleranza e privo di esiti pre-costituiti. Fermo restando il mio profondo scetticismo su questa CdL.

JimMomo said...

Dunque, Harry, tu la risolvi che Della Vedova è liberale e Pannella no? Che Pannella è radicale e Della Vedova no? E che dunque Della Vedova si ricongiunge con i liberali (!!!)?

Di cose da sistemare in quel centrodestra, prima solo di chiedersi se sia liberale, ce n'è una dozzina, come tu stesso evochi.
Però non ti viene in mente che forse alla CdL i Radicali, tutti, servirebbero come il pane, e non ti viene in mente di chiederti come mai chi non li ha voluti ora detta legge. E chi sono? Alemanno, Follini, Volonté, Cè, tutta gente che dici di non volere.

Però in fondo hai ragione. E sai perché Della Vedova è compatibile? Perché aderisce al progetto della CdL senza l'ambizione di traferirvi del suo. Perché la sua è un'operazione elettoralistica e personalistica, non politica, i cui frutti in quanto tasso di liberalismo e liberismo interno alla CdL saranno nulli.

Caro Phastidio, dissento. Nel senso che Malvino è Malvino, esprime in modo ruvido e sprezzante cose che più o meno stanno così. E prego di andare a ricontrollare la storia recente, perché Taradash e Calderisi di operazioni così ne hanno fatte già un paio, tutte finite nel nulla.

comunque ciao e grazie a tutti

Anonymous said...

Non mi esprimo sui singoli nomi, ma sentendo Taradash leggere la rassegna stampa su RR mi viene da pensare che non venga considerato un reprobo nel partito. E forse la sua passata esperienza con Forza Italia era funzionale alla strategia radicale (vecchia di parecchi anni) di avere propri esponenti in tutti gli schieramenti politici, cosa che potrebbe verificarsi anche oggi. Hai ragione, da una parte ci sono gli Alemanno, i Ce', i Follini e i Volonte', dall'altra ci sono i Bertinotti, i Diliberto, i Rizzo, i Di Pietro, i Pecoraro etc etc. Poi, Boselli non mi pare un soggetto politicamente assertivo, è un funghetto concimato dai Ds, tutto lì. E' un po' la scelta tra spararsi o buttarsi sotto la metropolitana, ne convengo... Quanto al carrierismo politico su base strettamente personale, a rigor di logica dovrebbe essere più premiante andare con la coalizione che gode di tutti i favori del pronostico, anziché con un'Armata Brancaleone prossima alla liquefazione, non trovi?
Onore e gloria imperitura a Loris Fortuna, ma oggi siamo nel 2005, e anche il centrosinistra non appare particolarmente zapaterista (deo gratias). Quanto al binomio pannelliano Blair+Zapatero, credo che (soprattutto riguardo l'ispirazione al primo) resterà un bel sogno, considerando chi c'è a sinistra di quella già squilibrata coalizione. Ciao

Anonymous said...

In politica si vince con i voti e non con il tasso di liberalismo e/o liberismo, che poi è molto più presunto che vero, specie in persone che si dannano a chiedere arresti a destra e a manca (per citare harry). Se al centrodestra, a Berlusconi è stata posta l'alternativa Radicali o UDC (perchè questo era alla fine, se vogliamo dare sostanza ai veti) io credo che Berlusconi abbia fatto bene a tenersi l'UDC. Intanto perchè anche i Radicali oggi stanno da un'altra parte, mentre nel 1996 stavano con Forza Italia (questo non vuol dire, ma è sintomatico) e poi perchè non c'è paragone in termini di consensi. Ha ragione Follini: non si può inseguire il bipolarismo inseguendo Pannella che si offre ad entrambi i poli (cioè snaturando il senso stesso del bipolarismo). In secondo luogo il concetto di ospitalità è stato mal digerito dai partiti tradizionali della CDL, che non hanno a che fare con concetti "astratti" come questi. Anche se l'intuizione di Pannella era buona per salvaguardare l'eredità del partito e riportarlo nelle sedi naturali della politica, tutto quello che di buono c'era è stato vanificato nella scellerata campagna referandaria (persa per i motivi sollevati da Della Vedova). A conti fatti sono i voti che vanno messi in colonna, non le presunte o vere posizioni liberali di ognuno, perchè in Italia, per citare ancora Harry, costruire un polo liberale come lo intende qualcuno (cioè anti-clericale) è impossibile, e nemmeno consigliabile francamente. E Pannella porterebbe più voti di Follini? No, anche Berlusconi ha ribadito che da solo perde. E Berlusconi è scemo da prendere Pannella solo perchè Cappato è più liberale di Follini? Secondo me si vive sulle nuvole, finchè si fanno ragionamenti del genere.

I voti, contano i voti. Nient'altro. La politica è questo, ma mi rendo conto che è difficile parlare di voti se ci si affida solo al referendum.

Scusa il tono polemico, ma ogni volta mi trovo a dover sottolineare una cosa lapalissiana: che in politica si vince convincendo gli elettori, non distribuendo patenti di liberali a chicchessia e orientandosi in base a queste patenti (fra un po' pure Diliberto la riceverà).

Saluti, ciao :-)

watergate2000

Anonymous said...

Dice JimMomo: “Taradash e Calderisi di operazioni così ne hanno fatte già un paio, tutte finite nel nulla”.
E’ vero.
Ma purtroppo è altrettanto vero che di operazioni di accorpamento terribilmente simili a quella che oggi Pannella cerca di vendere come “ambiziosa e alternativa a questo regime” (eh la madonna…) i compagni dello SDI ne hanno fatte già un paio, tutte finite nel nulla: quella elettorale del “Girasole” alle politiche del 2000 con i Verdi, e quella parlamentare del “Trifoglio” l’anno precedente con i Repubblicani e Cossiga.

Insomma, nemmeno quella di Pannella è un’operazione esaltante di rinascita del liberalsocialismo. E' anche quella un misero ripiego. Chiamiamola per quello che è, please.

La valutazione di JimMomo secondo la quale “Gli sforzi dei Ds e dello Sdi per "ospitare" i Radicali nell'Unione già alle elezioni regionali e il generoso impegno a sostegno dei referendum costituiscono gesti, "fatti" politici di cui negli ultimi 5 anni non troviamo corrispettivi paragonabili da parte del centrodestra” mi sembra frutto di un errore di impostazione. Non si possono raffrontare così semplicisticamente gli atteggiamenti di chi sta al potere con quelli di chi sta all’opposizione e annaspa per tornare al potere. Certi atteggiamenti sono dettati dalla contingenza, e lasciano il tempo che trovano. Si vadano a riesaminare le sintonie tra radicali e centrodestra della precedente legislatura, quando i berlusconiani erano all’opposizione, e si vedrà che oscurano i fuochi fatui filoradicali dei diessini e dei socialisti di oggi; e altrettanto, si vadano a rileggere le chiusure dei vertici dell’Ulivo quando la sinistra era al governo, e si vedrà che facevano impallidire i “silenzi” dei governativi berlusconiani di oggi.

Quindi, preso atto che ci troviamo di fronte a due ripieghi: speculari, entrambi necessitati (e questo non è necessariamente un male) ed entrambi “miseri di prospettive”, cioè non gravidi di chissà quali grandi potenzialità, dovremo pur riconoscere che la "povertà" dell'un ripiego non si traduce nella preferibilità dell'altro ripiego.
Si tratta piuttosto di capire qual è il meno peggio in base alle implicazioni che ciascuna delle due opzioni determina, soprattutto in termini di questioni da rendere prioritarie e questioni da accantonare perché sconvenienti (in politica interna come in politica estera. Non c’è solo la legge elettorale, caro JimMomo. Anzi, sono temi di gran lunga più “sentiti” dall’elettorato).

Solo così, a mio avviso, se ne può discutere serenamente, senza preconcetti.
Non ci si venga a raccontare, però, che l’opzione che i radicali hanno accettato di sperimentare con lo SDI è già stata tentata invano con Berlusconi: se non sbaglio gli incontri tra Pannella e i vertici di Forza Italia all’inizio dell’anno erano tutti finalizzati ad un possibile accordo non con la sola Forza Italia (come Benedetto aveva proposto e come persino le componenti più “cattoliche” del partito erano ben disposte a digerire - http://blog.radioradicale.it/blog/data/alleati/000571.html )- ma con tutta la CDL nel suo complesso, con conseguente “peso” dei vari veti democristi & leghisti.
E non ci si venga a dire che ciò che rende l’opzione sinistra preferibile a quella destra è la “assenza di leadership” nella CDL, quando è evidente che solo la assenza di leadership – appunto – nell’Unione rende oggi praticabile una sinergia con lo SDI (dopo l’aborto del progetto “lista unitaria”).

ale tap

Anonymous said...

errata corrige:

gli incontri tra Pannella e i vertici di Forza Italia all’inizio dell’anno erano tutti finalizzati NON ad un possibile accordo non con la sola Forza Italia...
ecc.

Anonymous said...

Dopo aver dato lezioni di stile a Malvino, Phastidio ha detto: "Boselli ... è un funghetto concimato dai Ds, tutto lì". Alla faccia della sofisticata finezza politologica! :-)))))))

Anonymous said...

Caro anonimo,
oltre alla "raffinata finezza politologica", che evidentemente non riesci a cogliere, esiste anche un altro paio di cose:
1)L'ironia, soprattutto di fronte a questioni piuttosto lievi come quella del pedigree di Boselli;
2) L'educazione minimale di firmare i propri commenti.