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Thursday, September 22, 2005

Siniscalco si è dimesso. Questo paese non ce la farà

«Mi dimetto per l'assoluto immobilismo del governo. Il problema non è Fazio, ma chi è incapace di risolvere il problema. Per questo non sono amareggiato: sono scandalizzato».
Scandalizzato anche dal prevedibile assalto elettorale alla Finanziaria, dell'Udc, della Lega, di An, il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco sbatte la porta e ne ha tutte le ragioni. «Noi di cultura anglosassone facciamo così».

«Fazio è quel mostro istituzionale, extra-repubblicano, perché qualcuno gli permette di esserlo». Racconta l'anomalia di un sistema nel quale «nessun è in condizione di dire che il governatore non ha più la fiducia del governo».

E' lecito chiedersi, pensando al peggio, quali grandi interessi Fazio debba ancora proteggere per resistere avvinghiato alla sua poltrona come una piovra alla sua vittima. Quali interessi premono per trattenerlo in carica nonostante tutto, quali coperture gli garantiscono, minando dall'interno la credibilità del nostro sistema finanziario ormai sull'orlo di una crisi argentina.

E lui se ne va a New York al FMI, a rappresentare questa Italia.
«No, non mi piace un Paese nel quale una grande banca straniera per venire ad investire i suoi soldi deve chiedere il permesso di Luigi Grillo. No, non ci voglio stare».
Hai ragione caro Siniscalco, neanche noi ci vogliamo stare, che se lo tengano.

E' uno di quei giorni in cui mi convinco che questo paese non ce la farà e mi viene voglia di dimettermi dall'Italia. A chi devo rivolgermi? E' lecito chiedersi, pensando al peggio, quali grandi interessi Fazio debba ancora proteggere per rimanere avvinghiato alla sua poltrona come una piovra alla sua vittima? E' lecito chiedersi perché Banca d'Italia appartiene alle banche che dovrebbe controllare e il governo non può dire la sua sul governatore? Con un debito pubblico così elevato, la nostra stabilità e credibilità finanziaria dipende dalla tutela del risparmio, ma in troppi hanno interesse a mantenere il paese sotto il tacco del debito. Ci siamo mai chiesti chi siano i creditori con i quali lo Stato italiano è indebitato? Siamo sicuri che questi interessi enormi non abbiano agito, nel corso dei decenni, a tutela dell'entità di questo debito, in combutta con la partitocrazia e alle nostre spalle? Una commissione parlamentare potrebbe essere lo strumento che fa al caso nostro per sapere finalmente chi, quanto, quando e con quali complicità. C'è un punto oltre il quale il debitore appartiene ai suoi creditori. Non vorrei lo avessimo raggiunto.

5 comments:

Anonymous said...

decisamente

www.francesconardi.it

Rabbi' said...

non capisco perche' il mio blog non permette di copiare il post. se hai bisogno, scrivimi una mail a antonio.mele@upf.edu, e te lo mando in word.
ciao

Anonymous said...

by zigurrat (http://zigurrat.ilcannocchiale.it)

federico ti leggo sempre con piacere e sono d'accordo con te...

JimMomo said...

Grazie, anch'io ti leggo spesso.

Non sono molti di questi tempi i blogger di An che apprezzano Fini. Oppure è l'effetto distorcente della rete?
ciao

Anonymous said...

"...ve lo meritate, Alberto Sordi!!"