Una volta caduto Prodi, se i nostri conti si dimostrassero esatti, cosa accadrà? Berlusconi chiede elezioni subito e definisce quella attuale una buona legge elettorale, che darebbe al centrodestra una maggioranza solida. Veltroni risponde che votare ora sarebbe la «cosa peggiore» per il Paese.
Dunque, dobbiamo concludere che la crisi di governo abbia infranto le premesse e le basi di massima dell'accordo tra i due leader? E' presto per dirlo. Probabilmente dovremo aspettare l'avvio delle consultazioni al Quirinale, quando esporranno al presidente della Repubblica i loro reali punti di vista, oggi inevitabilmente condizionati dal gioco delle parti che la situazione richiede nei due campi finché Prodi rimarrà in sella.
Certamente, come ho già osservato più volte, a Veltroni conviene che tra l'esperienza disastrosa del Governo Prodi e le elezioni si frappongano un governo cuscinetto di circa un anno e una legge elettorale che favorisca la scelta del Pd di correre da solo. Berlusconi non ha queste necessità, ma non dovrebbe sottovalutare le profonde divisioni che ormai si sono aperte anche nel centrodestra fin dagli ultimi mesi della scorsa legislatura.
La richiesta di Berlusconi di andare a votare subito, anche con l'attuale legge elettorale, potrebbe rivelarsi un tentativo di alzare la posta, di esercitare una pressione in vista di una trattativa sui tempi di un governo di transizione che abbia come unico obiettivo l'approvazione di una nuova legge elettorale o lo svolgimento del referendum. Tra elezioni subito, come reclama Berlusconi, e nella primavera del 2009, come forse vorrebbe Veltroni, i due potrebbero raggiungere un compromesso per un governo di transizione dalla durata certa, e breve. Berlusconi invoca elezioni subito, ma in realtà non chiuderebbe le porte a un accordo per una nuova legge elettorale in senso maggioritario, purché comprenda l'indicazione di un termine temporale preciso, e molto breve, entro cui tornare alle urne.
Ci auguriamo davvero che Berlusconi non s'illuda che possa essere genuina la ritrovata unità del centrodestra nella prospettiva di un voto imminente con l'attuale legge elettorale. Una simile illusione sarebbe disastrosa. Fini, Casini e Berlusconi si ritroverebbero insieme per convenienza ma non per convinzione, mentre i dissapori personali e le divergenze programmatiche in questi anni e mesi sono andate approfondendosi. Ultimo esempio, proprio sul "caso Mastella", sulla giustizia: mai come questa volta, su questo tema, An aveva così nettamente contraddistinto la sua posizione da quella di Forza Italia.
Anche a Berlusconi è assolutamente necessaria una legge elettorale che gli consenta di correre da solo e farebbe bene a mettere da parte la sua fretta. Potrebbe non importare infatti la portata della vittoria sul Pd, se comunque in una delle Camere dipendesse da An e Udc, che proseguirebbero l'opera di logoramento del leader già avviata negli ultimi mesi della scorsa legislatura e ancora in atto.
2 comments:
Salve sono Luca dal sito "personaggi e storie aziendali", ti ho
conosciuto qualche ora fa leggendo l'articolo su Prodi.
Volevo chiederti se avresti piacere a fare uno scambio link con me, se
inserisci il nome "personaggi e storie aziendali" linkato a http:
//ingegnie.altervista.org fammi sapere che ricambierò immediatamente
con un link verso il tuo blog sulla mia home page. La mia email è clafy82@tiscali.it
A presto e complimenti per la scelta degli argomenti
Ciao Federico,concordo con la tua analisi l'ho riportata anche io qualche giorno fa sul mio sito,se la politica deve avere come fine il bene del paese,ci vuole un governo "caronte" che porti a termine quantomeno la legge elettorale(e che faccia fare il referendum) senno non si risolverà nulla...
Fabio/Periclitor
www.fabopolis.com
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