Il governo Monti, osserva Bisin, «ha agito soprattutto sulle entrate pubbliche, aumentando in modo sostanziale il carico fiscale, che già era tra i più alti al mondo. Questo non può che aver contribuito a soffocare un'economia che già da anni boccheggiava». L'economista spiega quindi che tagli alla spesa pubblica e aumenti di tasse non hanno lo stesso effetto recessivo, ma i primi hanno un impatto decisamente minore perché la spesa pubblica è per lo più (soprattutto in Italia) improduttiva:
«... una diminuzione della spesa pubblica dello stesso ammontare dell'incremento delle entrate avrebbe avuto identici effetti sulla domanda aggregata. Ma questa è proprio la ragione per cui l'analisi di domanda aggregata è limitata e sostanzialmente errata: le tasse distorcono direttamente l'attività produttiva mentre la spesa pubblica è in larga parte improduttiva (non è sempre così, ma in Italia lo è). In altre parole, a limitare la spesa abbassando le tasse (o non alzandole) si liberano risorse, perché la torta non è fissa».Riguardo al sistema Italia, cioè alle sue istituzioni fondamentali (politica, giustizia, sanità e istruzione pubbliche, industria, mercato del lavoro), che «appaiono corrotte all'interno», è ormai chiaro ai nostri creditori che «nulla di sostanziale sta cambiando nella struttura istituzionale del Paese». Insufficienti le riforme, meri palliativi o al massimo timidi correttivi: «E' come se il governo avesse chiesto al Paese di trattenere il fiato per un po', per fingere una pancia piatta: non può durare e non inganna nessuno». Occorrono, invece, scelte nette che trasmettano l'idea di un cambiamento vero, «irreversibile». Bisin fa solo un esempio, ma significativo: invece di dare alla Rai un nuovo presidente, privatizzarla.
Ora, se anche riesce il miracolo di un Monti-bis, quindi di non vederci governati direttamente dal duo Bersani-Casini (sotto ricatto della sinistra politica e sindacale), un governo sostenuto da una grande coalizione dei vecchi partiti riuscirebbe a compiere le scelte nette che ci servono, o al massimo riuscirebbe a gestire alla meno peggio l'esistente, come sta facendo oggi Monti? Sarà un caso che le forze che già si vedono trionfanti al governo insieme, Pd e Udc, sono tentate di anticipare il voto in autunno, quando la maggior parte dei tagli alla spesa hanno scadenza, cioè devono essere attuati, entro fine anno?
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