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Friday, January 28, 2011

Grosso guaio al Cairo

Egitto messo a ferro e fuoco, la repressione sta fallendo. Se continua così Mubarak non arriva a lunedì. Tardive le parole della Clinton sulla necessità delle riforme e sul diritto degli egiziani a una società libera. Pressioni serie in questo senso gli Usa (e l'Europa) avrebbero dovuto esercitarle molto prima, ora sembrano solo retorica per blandire i manifestanti, mentre solo pochi giorni fa proprio la Clinton assicurava un po' altezzosa che il governo era solido. E tardivo potrebbe rivelarsi il discorso alla nazione che Mubarak si starebbe preparando a pronunciare, la promessa di un politico con una pistola puntata alla tempia. A Washington hanno sottovalutato la situazione e sopravvalutato la capacità di tenuta del regime.

3 comments:

Anonymous said...

OKKIO .
mentre gli intellettualoidi stanno facendo oggi , con Egitto e tunisia , lo stesso madornale errore commesso con la rivoluzione iraniana ...l'internazionale musulmana si appresta ad impossessarsi di quei territori e di quelle menti ...
.
okkio signori ....che dell'indulgenza che mostriamo oggi a queste orde inferocite MANIPOLATE DAGLI AYATOLLAH ...ci pentiremo amaramente.

Countrygirl said...

Far cadere un regime è "relativamente" semplice la difficoltà poi sta nel vuoto di potere...negli ultimi anni s'è visto un'islamizzzazione dell'Egitto, si può vedere questo attraverso alcune foto di laurea negli anni 50/60 le ragazze vestivano come le loro controparti occidentali poi dali anni 80 in avanti si notano sempre più hijab per arrivare al nijab.

Spero ardentemente che l'esercito prenda in mano la situazione bastano solo due parole SUEZ e ISRAELE

Anonymous said...

E te pareva che la colpa non fosse di Obama.


Ret