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Tuesday, February 20, 2007

Mathieu doppia versione

Strana intervista quella di Repubblica, ieri, al filosofo Vittorio Mathieu, uno dei firmatari del controppello di Ferrara ai vescovi italiani: «Non vedo il pericolo che la Chiesa eserciti una coercizione sulla politica. I deputati, per loro natura, non hanno vincolo di mandato. Se la Chiesa dicesse: vota in un certo modo, altrimenti è peccato o sei scomunicato, sarebbe controproducente».

Viene da chiedersi dove abbia vissuto il signor Mathieu negli ultimi anni. La Chiesa sta esattamente dicendo ai parlamentari di votare «in un certo modo», altrimenti (alla scomunica ancora non ci sono arrivati) si commette un «atto gravemente immorale». Mathieu stesso, non un laicista, definisce inopportuna una simile circostanza. Ma si tratta dello stesso Mathieu che ha firmato il contrappello di Ferrara e Socci? Avrà sbagliato appello... forse doveva firmare quello dei cattolici democratici.

Inoltre, rivela un particolare inquietante. Al giornalista che gli chiede se non ritenga singolare che in Italia, appena si critica il pontefice, ci sia «una schiera di politici che gridano: si vuole tappare la bocca al Papa», risponde così:
«Un po' meraviglia anche me. In Italia c'è forse una sensibilità eccessiva. Mi ricordo che una volta un mio articolo al Giornale fu tagliato per un accenno di critica al Papa. "Ragioni di spazio", mi dissero. Non era vero. Poi confessarono che la gente protestava se si criticava il pontefice. C'era più libertà con Dante, che definiva Bonifacio XVIII "principe dei nuovi farisei"».
Punto e a capo.