Nella più grave crisi dell'UE il silenzio assordante della politica italiana
Harry mi precede, e sottoscrivo. Senza scrupoli coloro che stanno portando l'Europa e i loro paesi al declino socio-economico, che sono stati sfiduciati dai cittadini, pretendono ancora di rappresentare l'unica visione possibile di Europa. Sono i colpi di coda dei professionisti dell'europeismo corretto con la loro smisurata arroganza. Vergogna Juncker, Chirac e Schroeder, che usano la menzogna, mistificano, accusando Blair di egoismo nazionale, solo perché ha la colpa (il merito direi) di aver detto basta ai sussidi pagati da tutti i contribuenti europei ai contadini francesi e chiesto invece, investimenti in innovazione e ricerca.
Che senso ha vedere nell'Unione Europea un vincolo burocratico a cui strappare tutele e privilegi nazionali e non un progetto, una visione comune, che coinvolga una cittadinanza europea? preferiscono nutrire gli istinti e le fobie di estrema destra ed estrema sinistra per meglio demonizzare il dissenso alla loro Non-Europa; invece, "silenziano" gli europeisti radicali, federalisti, che con buone ragioni oppongono a questa Non-Europa una diversa e più attraente idea di Europa, democratica, federale: gli Stati Uniti d'Europa. Rilanciamo gli Stati Uniti d'Europa o tanto vale tenersi il mercato unico. Leggi il mio articolo.
Non vi rendete conto che è tutto bloccato, che solo una cittadinanza europea può esprimere, attraverso un voto democratico attentamente calibrato, quale sia la politica legittimata a essere perseguita? Immaginate per un attimo cosa potrebbe accadere se avessimo avuto delle istituzioni federali europee, una campagna elettorale su tutto il continente in cui i cittadini avessero potuto scegliere fra la politica proposta da Blair e quella dell'asse franco-tedesco.
Non capiamo che la Gran Bretagna, grazie a Blair, sta esprimendo il massimo del suo europeismo. Chi glielo ha fatto fare a Blair, dopo il fallimento dei referendum in Francia e Olanda, di mettersi a discutere dello sconto, della Pacs, quando poteva starsene buono buono, far filare via tutto liscio senza toccare nulla e senza procurarsi grane? Il premier britannico invece diventa protagonista della scena e il paradosso è che l'Europa, se sarà salva, lo dovrà al paese più "euroscettico". Occorre fare fiducia a chi l'Europa non l'ha mai tradita, ma l'ha liberata.
Nella più grave crisi dell'UE il silenzio assordante della politica italiana. D'ufficio la difesa di Berlusconi, che come al solito, non sa che pesci prendere (fra l'europeismo di maniera e il paradosso nazionalista leghista) e minimizza, più concentrato sulle ipotesi di partito unico e vittima anche lui di una retorica italiana sull'Europa di cui è ora di sbarazzarci, come ha scritto Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. A questo punto l'Italia dovrebbe scegliere in modo netto da che parte stare e far pesare il suo ruolo di paese fondatore; ed è inequivocabile che il suo interesse nazionale è stare dalla parte di Blair.
Stupisce inoltre, il silenzio assordante dell'Ulivo: gli avvitamenti su lista unica e primarie, cicoria e leadership, sono ormai grotteschi. E i Ds? Come pensano di costruire una sinistra moderna, riformista e liberale, in Italia se non appoggiano apertamente Blair in Europa? Sposare fin da ora la visione di Blair significa indicare un percorso di governo ai cittadini italiani stretti nella morsa dell'insicurezza, uscire da un'idea stantìa di Europa che non inganna più nessuno.
Approfondimento: Rilanciare gli Stati Uniti d'Europa?
RadioRadicale.it
1 comment:
Mi sa che 'sti criminali sono riusciti persino a sputtanare l'idea degli Stati Uniti d'Europa... Infatti: come riuscirebbero le Potenze centro-europee a gestire un vero federalismo paritario?
Secondo: come potrebbero gestire una unione politica?
Terzo: con quale politica estera?
Quarto: economia liberale di mercato in Europa?
Resto scettico, ringrazio il cielo che comunque -questa UE- sia andata a bagno, ma non spero molto, anche perché mi sono reso conto che la Germania della Merkel rischia di mantenere la stessa politica europeista di Kohl (che costò il governo al suo partito)...
Paolo di Lautreamont
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