Brutta e meschina uscita quella di Monti sui suicidi e analisi sbagliata degli effetti del voto amministrativo sull'agenda del governo.
I suicidi «dovrebbero far riflettere molto più chi ha portato l'economia italiana a questo stadio che non chi cerca di farla uscire». Sostenere che l'attuale governo non si dovrebbe preoccupare dei suicidi solo perché non ci ha portati lui in questa situazione di crisi - ammesso e non concesso che abbia davvero responsabilità così limitate - oltre che di cattivo gusto, offensiva, è palesemente un'assurdità dal punto di vista istituzionale. Un governo che si rispetti, chi rappresenta le istituzioni oggi, deve farsi carico eccome delle emergenze sociali, quali che siano, anche di quelle di cui non è diretto responsabile (ripeto: ammesso e non concesso che non lo sia). E' un suo preciso dovere istituzionale. Invece Monti si lascia andare ad una livorosa polemica politica nei confronti del suo predecessore, senza essere stato provocato, come nemmeno Bersani avrebbe avuto lo stomaco di fare su un tema così drammatico.
Monti parlava non dei suicidi, ma delle «conseguenze umane» della crisi, come si affretta a precisare Palazzo Chigi? Cambia poco: tra le «conseguenze umane» ci sono evidentemente anche i numerosi suicidi e in ogni caso è dovere del governo preoccuparsene.
Ma è una frase doppiamente infelice, quella del premier, perché scaricare le colpe sui governi passati è il primo segno della propria inadeguatezza e perché arriva all'indomani di un risultato elettorale estremamente punitivo per il Pdl. Addossare a Berlusconi e al suo partito la colpa dei suicidi di queste settimane, al di là del merito, rischia di alimentare inutili tensioni. A questo punto o Monti ha perso la testa, lo stress comincia a giocargli brutti scherzi e a fargli perdere la sobrietà, oppure è in cerca di guai, di pretesti per farsi cacciare.
Secondo il premier i risultati elettorali «rendono più agevole» la realizzazione dell'agenda di governo. In realtà è l'esatto contrario, chiudono ufficialmente la breve, e deludente, finestra delle riforme. I prossimi mesi, fino alle politiche, saranno tormentati per il governo: con un Pdl nervoso, che non concederà più nulla al professore, tanto meno se viene insultato un giorno sì e l'altro pure, e un Pd sempre più smanioso di afferrare il momento e non lasciarsi sfuggire Palazzo Chigi, nel timore che possa ripetersi la beffa del '93-'94, con il fronte "moderato" che all'improvviso si ricompatta dietro un uomo della provvidenza e ferma la gioiosa macchina da guerra.
Ha ragione invece Monti quando ricorda che l'attuale governo nei suoi primi giorni aveva un «margine strettissimo», vista l'urgenza di mettere in sicurezza i conti pubblici, e non poteva certo assumere una «posizione assertiva» in sede europea. Invece adesso «l'Italia ha un'agenda per la crescita» e l'elezione di Hollande offre spazi di manovra ancora maggiori con Berlino. Da non confondere però con un'adesione di Monti alle richieste del nuovo presidente francese su fiscal compact, ruolo della Bce ed Eurobond, come molti vorrebbero. Monti chiede all'Ue e a Berlino rafforzamento del mercato unico e un «nuovo atteggiamento» sugli investimenti pubblici, quelli «veri e genuini», non spesa in deficit.
3 comments:
Dopo lo "spread dei suicidi" anche questo ci tocca sentire.Ma in fondo non è colpa di Monti,la responsabilità e di chi appoggia un individuo del genere nonostante tutte le sue nefandezze.
Toni
Se quelli di OcuupyWallStreet facessero solo un passo logico in più e si rivolgessero a chi ha consentito alle banche commerciali di creare denaro di carta dal nulla e di prestarlo in maniera irresponsabile, andrebbero a sedersi davanti alla Federal Reserve di Bernanke e del suo famoso predecessore (manipolatori autorizzati del tasso di interesse) ed allora comprenderebbero che la Fed è un'agenzia dello Stato e che è la politica interventista di tipo socialdemocratico che ha la principale responsabilità della crisi attuale. Come nel 1929, nel 1937-38, e via di seguito fino al 2009 ed a quella odierna.
E che il New Deal è tutt'altro che la soluzione!
Sin dall’inizio delle Operazioni di Rifinanziamento nel Lungo Periodo da parte della BCE, i tassi di risparmio nel mondo (si, ora sono i tassi globali di risparmio) continuano a scendere o perché la banca centrale continua a manipolare i tassi d’interesse oppure per il fatto che i salari sono al ribasso, come nel caso della Unione Europea e della Gran Bretagna, oppure a causa della semplice “financial repression,” come nel caso dello scambio del debito tra Grecia e BCE, che ha lasciato subordinati i proprietari del debito sovrano. Questa semplice osservazione ci fa pensare che questa crisi continuerà a evolversi come una dolorosissima agonia, e che si prolungherà per altri tanti, tantissimi anni.
Articolo di Martin Sibileau per Mises Canada
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