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Wednesday, December 03, 2003

D'Alema ha abdicato. Se ci sei batti un colpo
Bisogna riconoscere a Fini di saper esercitare all'interno del suo partito una leadership reale che interviene come guida nell'evolversi della cultura politica di An. E' dovere dei leader di partito nei confronti della «base», come dei grandi statisti per i propri cittadini, porsi come figure rappresentative, ma anche saper tracciare delle linee guida, evolutive, sviluppare politiche in contatto con il resto della società e che sappiano interpretare al meglio le sfide del presente. Fini ci prova, è criticato, risponde, va avanti. Con coraggio, con la fiducia che i suoi sanno fargli. A sinistra purtroppo, non accade altrettanto. D'Alema, con lui la dirigenza che si dice riformista dei Ds, non ha saputo «creare» cultura politica di governo e di responsabilità. L'ultimo esempio: l'Iraq. Il D'Alema dell'ingerenza umanitaria in Kosovo senza l'Onu che autorizzava le azioni dei bombardieri italiani contro il regime di Milosevic, per propaganda e opportunismo è invece rimasto succube della sinistra pacifista del suo partito sulla crisi irachena. Una «base» sempre più «conservatrice» e massimalista appare fuori controllo. Ancora oggi, di fronte all'Iraq libero, all'unanimità del cordoglio degli italiani per i carabinieri caduti e alle posizioni della Chiesa, che continua a definire «missione di pace» l'azione delle truppe occidentali in Iraq, il presidente dei Ds ha scelto di rinviare la decisione sulla richiesta di ritiro delle truppe che giunge dalla sinistra pacifista e insiste a dire che «combattere il terrorismo con la guerra è come spegnere il fuoco con la benzina», e a chiedere una «svolta» che chiami in causa l'Onu (già c'è stata una risoluzione unanime, e comunque non è la coalizione che si oppone ad un maggiore coinvolgimento). D'Alema e la dirigenza riformista hanno abdicato dal loro naturale ruolo di leadership: a volte bisogna dimostrare coraggio, mettersi in gioco, convincere, a costo di provocare fratture. Attenuante: le logiche interne al vecchio Pci e all'area culturale post-comunista. Qui i conti col passato non si sono ancora fatti. L'avversario interno, ancor più di quello esterno, è colpito dallo strumento della demonizzazione.

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