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Friday, December 12, 2003

Privi di ogni moralità. Gli appalti per la ricostruzione dell'Iraq. L'amministrazione Usa, tramite il suo probabile nuovo segretario di Stato Paul Wolfowitz, ha detto 'no' alla partecipazione di aziende degli Stati che si sono opposti all'intervento armato. Due neocons, Kagan e Kristol, criticano la scelta, sono fiduciosi che Bush ci ripenserà. Comprensibili le ragioni delle scomposte e irritate reazioni. Non facciamo gli ipocriti. E' ovvio che molti ci guadagneranno, con il denaro dei contribuenti americani e sui bisogni del popolo iracheno, ma pretendere che ciò non avvenga sarebbe solo un dispetto nei confronti di milioni di iracheni usciti da un terribile regime. Né la decisione di escludere dagli appalti Francia, Germania, Russia, Cina e Canada danneggerà in alcun modo la ricostruzione. Migliaia di forti e ottime aziende di decine di nazioni parteciperanno, miliardi di dollari, quasi la somma del piano Marshal che contribuì a ricostruire l'Europa intera dopo la seconda guerra mondiale, saranno investiti. Piuttosto si deve osservare l'estremo cinismo di chi ora vorrebbe persino guadagnarci su. Schroeder, Annan, Chirac e gli altri sono privi di ogni moralità. Non solo si sono opposti fermamente alla liberazione del popolo iracheno da un'orrenda tirannide, perché di questo si è trattato, non avendo fino ad oggi nessuna considerazione dei diritti di quella gente, neanche si sono degnati di spedire un soldato per stabilizzare e pacificare il Paese nel timore di legittimare ex post l'intervento. Ma ora che è il momento degli affari si scordano di tutto e piombano a corpo morto come avvoltoi. E' il momento più basso della diplomazia di bassa realpolitik di questi signori e dell'Onu: 'lotta al terrorismo, democrazia, diritti non ci frega niente, noi partecipiamo ai banchetti', ma il gioco è così scoperto che può solo scandalizzare. E poi scusate, perché tanta improvvisa voglia di andare in Iraq? Gli americani non stanno perdendo il dopoguerra in un nuovo Vietnam?

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