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Thursday, July 08, 2010

Vince la qualità del gioco difensivo

La Germania ci ha provato a fare l'Italia... Ma non è l'Italia, non ha quell'imponderabile guizzo opportunistico che serve in certe partite (per esempio la Semifinale del 2006). E' una buona squadra, ben organizzata, con un paio - non di più - di giovani di talento (ma Muller ieri mancava) e il sempreverde (in nazionale) Klose, ma ha affrontato la partita consapevole della sua inferiorità. Vince la qualità, la Spagna che si conferma la squadra più completa in ogni reparto. Ma l'arma vincente di questa Spagna, al contrario di quanto si possa credere, non è l'attacco (poco prolifico) dei Villa, dei Pedro e dei Torres, ma è la difesa. O meglio, il modo di difendersi: tenendo palla, facendo e imponendo il proprio gioco, anche quando gli spazi davanti sono così chiusi che non sai che fare; e recuperando palla aggredendo subito gli avversari. Stroncarlo sul nascere era l'unico modo per fermare il pericoloso contropiede tedesco, che è riuscito ad attivarsi solo in pochissime occasioni. E solo un centrocampo stellare come quello spagnolo (super Iniesta, Xavi e Alonso, ma da non sottovalutare Busquets) poteva riuscirci. Una coppia di centrali insuperabili (Puyol come il miglior Cannavaro) e un portiere che non subisce gol al primo tiro fanno il resto.

Unico neo, i vecchi vizi che a volte riaffiorano: qualche leziosità di troppo quando c'è da chiudere la partita. Ma la chiave di questa Spagna è aver capito come usare la grande qualità nel possesso palla, che hanno sempre avuto, anche in chiave difensiva e in modo tatticamente più accorto. Se la Spagna non ha mai vinto nulla è proprio perché il possesso era fine a se stesso, si compiacevano della tecnica presumendo che bastasse a vincere, mentre bisogna metterci carattere per recuperare palloni e mettere la tecnica al servizio anche della fase difensiva, avere la pazienza di non esporsi anche se l'avversario gioca chiuso nella sua metà campo e saper soffrire quando è lui a chiuderti nella tua. La Spagna calcistica è finalmente diventata adulta.

Se una lezione in termini calcistici si può trarre da questi Mondiali, è che sono andate avanti le squadre con un miglior gioco difensivo (che non significa inevitabilmente "catenaccio"). Squadre anche con un eccezionale potenziale offensivo, ma con lacune in difesa e a centrocampo, sia tecniche che tattiche, non sono arrivate fino in fondo. E' la qualità e l'intelligenza del gioco difensivo, non quindi nella sua accezione negativa, ad aver fatto la differenza anche rispetto a campioni di conclamata fama.

L'altra Semifinale è stata decisa da un pizzico di fortuna (il tiro del 2-1 si infila all'angoletto con due deviazioni e un fuorigioco molto sospetto), che non ha abbandonato l'Olanda fin dall'esordio contro la Danimarca. Spezzato a 20' dalla fine l'equilibrio della gara (cui ha contribuito la pesante assenza di De Jong tra gli olandesi), è subentrata in modo decisivo, come prevedibile, la fatica patita con il Ghana e l'Uruguay ha concesso il terzo gol. A quel punto solo con l'orgoglio gli uruguagi ci hanno regalato un finale splendido.

P.S. - Un Mondiale che ha punito gli allenatori arroganti e "primedonne" (Domenech, Lippi, Capello, Dunga, Maradona) e premiato quelli sobri (Tabarez, van Marwijk, Loew e Del Bosque).

1 comment:

Anonymous said...

Ma quale opportunista? Noi abbiamo giocato con 5 punte alla fine della finale 2006, loro giocavano in contropiede e abbiamo preso palo, traversa e fatto due gol.

St'idea dell'Italia contropiedista non so come venga fuori, ci vogliamo sempre male da soli.

Domenico