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Tuesday, February 14, 2012

Un no all'Italia, non a Roma

Non ho pregiudizi contro l'organizzazione delle Olimpiadi o di altri mega-eventi del genere a Roma o in Italia, ma allo stesso tempo non mi scandalizza il no di Monti a Roma2020. Ha molte buone ragioni. Che segnale daremmo ai mercati, e ai partner europei cui stiamo chiedendo di rafforzare i firewalls finanziari comunitari, cioè in pratica di mettere soldi a garanzia del nostro debito pubblico, se investissimo miliardi di euro che non abbiamo letteralmente in "giochi"? Oltre tutto con il precedente di Atene dietro l'angolo? E' triste, ma in questo momento no. E non è un no ad Alemanno (che comunque ne esce distrutto), o a Roma, o al progetto in sé (anche se il comitato promotore è da brividi, con i soliti parrucconi e persino già i costruttori), ma all'Italia, che in questo momento non può permettersi, né ha la credibilità per organizzare questo tipo di eventi. La candidatura implicherebbe un impegno finanziario per il futuro imprevedibile oggi e ricordiamoci che nei prossimi anni ci aspetta un rientro dal debito al ritmo di 1/20 di Pil l'anno.

Il problema cantieri, appalti, tangenti è secondario. Ci fossero delle opere le pagheremmo a caro prezzo, certo, il 30-40% in più per consentire un po' a tutti di mangiarci sopra, ma almeno ci ritroveremmo qualcosa di utile. Il problema vero invece è che l'affare, per tutti quelli che girano intorno a Roma2020, sta nella candidatura in sé. A molti di coloro che oggi la sostengono non importa l'organizzazione dell'evento, ma la candidatura, perché è lì che inizia il magna-magna. Progetti, marketing, promozione, delegazioni in viaggio, tutto un circo che se, come probabile, non si trasformasse nell'assegnazione dell'evento, sarebbe puro spreco. Cosa ci ritroveremmo? Zero infrastrutture, ma in tanti ci avranno guadagnato sopra ugualmente, anche solo di immagine.

Ed è fin troppo lampante come la candidatura sia l'estremo espediente del sindaco Alemanno per tentare di raddrizzare la sua immagine, dopo la figuraccia annunciata con il Gran Premio di Formula 1 e la deludente gestione della città. Da annotare però anche l'ipocrisia del Pd e delle altre opposizioni romane, che considerano disastrosa l'amministrazione Alemanno, lo accusano di non aver saputo gestire l'emergenza neve, ma sono pronti ad affidargli chiavi in mano la gestione della candidatura della città davanti al Cio. Ovvio, una volta subentrati all'attuale giunta ci sarebbero ottimi affari anche per loro. Roma e l'Italia non hanno bisogno di Olimpiadi, di eventi eccezionali, per rilanciarsi. La bellezza del Paese è tale che non ha bisogno dei riflettori per attirare turisti. L'importante è riformare la nostra economia ed essere ben governati.

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