Saranno probabilmente i musulmani in Europa, non quelli nei Paesi islamici, a compiere un altro attentato negli Stati Uniti come quello delle Torri gemelle del 2001, cioè «a fare un nuovo 11 settembre». Non hanno trascorsi e sono in possesso di documenti legittimi, quindi sono più difficili da identificare. Parla Michael Chertoff, segretario per la Homeland Security americano, intervistato dal Daily Telegraph, e spiega perché: i musulmani in Europa si sentono «cittadini di seconda classe», non sono integrati come i musulmani negli Stati Uniti, «solitamente più istruiti e prosperi dell'americano medio».
«Noi non abbiamo emerginati perché siamo una nazione di immigrati e la nostra società è molto mobile, mentre da voi i musulmani tendono a vivere in comunità chiuse e in aree circoscritte, cose che fomentano l'odio».
UPDATE 6 aprile: Magdi Allam, sul Corriere di oggi, non può che dargli ragione: «L'Europa è diventata la più pericolosa "fabbrica di kamikaze islamici" al mondo perché è stata incapace di integrare gli immigrati musulmani».
Tuttavia, ritiene che Chertoff «pecca di ingenuità immaginando che migliorando il tenore di vita e il livello di istruzione si sradicherà il terrorismo».«... se consideriamo il sostanziale fallimento dei modelli di convivenza sociale finora sperimentati in Europa, quello multiculturalista in Gran Bretagna e Olanda e quello assimilazionista in Francia, non possiamo che dar ragione a Chertoff. Sono fatti incontestabili la diffusione dei ghetti etno-confessional-identitari...»
«... ciò che sfugge a Chertoff, è che i modelli di convivenza sociale in Europa sono falliti non perché non si sia permesso ai musulmani di affermare la propria identità, ma perché non è stato richiesto loro di rispettare le regole e di condividere i valori che sono alla base della comune identità. Il difetto è nel fatto che l'Europa, a differenza degli Stati Uniti, ha una cultura dei diritti ma non dei doveri, si è limitata a elargire a piene mani i diritti senza esigere in cambio l'ottemperanza dei doveri».