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Friday, January 15, 2010

Il caso Mannino e l'importanza dell'inappellabilità delle sentenze di assoluzione

Da il Velino

La vicenda processuale dell'ex ministro democristiano Calogero Mannino si è definitivamente chiusa oggi, quando i giudici della IV sezione penale della Corte di Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale di Palermo, confermando quindi l'assoluzione dell'imputato decisa dalla seconda sezione penale della Corte d'appello di Palermo il 22 ottobre del 2008. Quello in cui è rimasto coinvolto Mannino è un caso esemplare di malagiustizia, da cui emerge chiaramente quanto peso abbia l'appellabilità delle sentenze di assoluzione da parte della pubblica accusa nel determinare una durata eccessiva dei processi in Italia. A ciò si aggiunga l'uso disinvolto che spesso di tale facoltà fanno le procure, in questo caso quella di Palermo, che ha prolungato fino alla durata record di 16 anni (oltre all'anno di indagini) la vicenda processuale di un imputato che era stato assolto dopo un processo durato 5 anni e mezzo...

Il processo di primo grado si aprì il 28 novembre del 1995 e si chiuse, con una sentenza di assoluzione, il 5 luglio del 2001. Se non fosse stato possibile per la pubblica accusa impugnare quella sentenza, oltre a risparmiare ingenti risorse lo Stato italiano avrebbe risparmiato a Mannino oltre 8 anni di calvario giudiziario inutile, dal momento che oggi la Cassazione ha confermato la sua assoluzione.
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Speciale inappellabilità (per il Velino).

1 comment:

Anonymous said...

bisognerebbe introdurre il principio della soccombenza anche nel processo penale.
In forza di questo la parte soccombente è tenuta alla rifusione delle spese di lite subite da quella vittoriosa.
questa regola è già esistente in altri ambiti nei quali è presente come contropoarte una pubblica amministrazione (ad es. procedimenti innanzi al TAR, Commissioni Tributarie ecc.).
nel procedimento penale sussite solo in danno dell'imputato condannato, non nei riguardi dell'amministrazione pubblica.
il caso Manninno potrebbe essere l'occasione per estenderlo anche al procedimento penale.
ciò avrebbe un indubbio vantaggio: in primo luogo perché il cittadino accusato ingiustamente si vederebbe ristorato da un danno economico (le spese legali) del quale è incolpevole; dall'altro imporrebbe un senso di responsabilità nel singolo pubblico ministero o nell'intero ufficio (che potrebbe essere chiamato ad un giudizio di responsabilità nei confronti della P.A.)
raf